Cronache

"Per compito alunni mandati a intervistare migranti in strada"

La denuncia di una madre a Trieste, presidente dell'associazione Tiaiutiamonoi Trieste Onlus: "Uno ragazzo ha riferito che l'immigrato lo ha insultato ed è dovuto scappar via"

"Per compito alunni mandati a intervistare migranti in strada"

Un compito a casa piuttosto particolare. E che ha scatenato molte polemiche. Un'insegnante di Trieste, come riporta Libero, avrebbe chiesto come compito alla propria classe dell'istituto Borgo San Sergio di intervistare i migranti. Esatto: intervista il profugo.

Gli alunni dovevano "fermare gli immigrati per casa ed interrogarli sulla propria storia personale". A portare alla luce questa notizia è stata la madre di una delle scolarette costrette ad andare dai migranti a chiedere come passano la giornata. Deborah Clari, che è anche presidente dell'associazione Tiaiutiamonoi Trieste Onlus, ha scritto su Facebook quanto successo, chiedndo aiuto alla consigliera Monica Canciani: "Ti sembra normale? - scrive la madre su un post Facebook pubblicato sulla pagina "Trieste Sepolfar" - Parliamo di ragazzini di 13-14 anni! Uno di loro ha riferito a questa insegnante che l'immigrato lo ha insultato ed è dovuto scappar via. Ma con tutto quello che si sente danno questi compiti per casa? Non si può stare tranquilli nemmeno a scuola".

La scuola, interpellata da Trieste Prima, non era in sede e non ha ancora fornito una versione dei fatti. Ma l'autrice del post diventato virale è sicura: l'insegnante in questione "fa pressioni politiche, decisamente di sinistra, sui ragazzini, invece di dar loro gli strumenti per farsi una loro opinione. Ha dato della razzista a mia figlia solo perché si è permessa di dire che non tutti gli immigrati sono rifugiati politici e non tutti sono qua per lavorare. Per far capire che i migranti sono povera gente scappati dalla guerra, socievoli, buoni e quant'altro, ha assegnato il compito senza che noi genitori fossimo ufficialmente informati né avessimo mai autorizzato una cosa del genere".

La decisione sta facendo discutere tutta Trieste. E c'è da capire residenti e genitori. È di ieri la notizia del sussidiario in cui i migranti vengono presentati, quando irregolari, come clandestini. Segno che anche a scuola la battaglia sull'immigrazione è aspra. "Mia figlia - spiega a Trieste prima Clari - ha 14 anni e certamente non le permetto di girare da sola per città, figuriamoci poi fermare uno sconosciuto, migrante o meno, per chiedergli i dettagli personali della sua vita! Assurdo, pericoloso e fuori legge visto che si parla di minorenni. Ho scritto una mail al Preside della scuola perché voglio informarlo dell'accaduto e che prenda provvedimenti con l'insegnante".

E non si sente razzista.

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