Cronache

Confessione di una baby squillo: "Stavo da schifo, ma quei soldi..."

Dalle chat per farsi una risata al sesso a pagamento ancora minorenne. Il passo per una giovane prostituta italiana è stato brevissimo

Confessione di una baby squillo: "Stavo da schifo, ma quei soldi..."

Tutto partì come un gioco. Era il 2009 ed era una chat di incontri sessuali. L'inizio di una storia che ha portato Silvia, italiana, ora 22enne, alla prostituzione. A 16 anni già si spogliava in webcam, a 17 il primo rapporto sessuale, pagata da un uomo.

"Mi ha dato 250 euro", racconta a Quotidiano Nazionale, aggiungendo che no, "non c'è nessuna che ci si diverta: nessuna a 15 anni si diverte a fare sesso a pagamento". Fu un'amica a iniziarla al mondo dei siti erotici, su cui avevano iniziato a curiosare, anche prima della maggior'età. "Ogni tot secondi cliccavamo su aggiorna e arrivava una mail di un uomo che voleva incontrarci".

Solo risate, fino al giorno in cui decise di entrare in chat da sola. "In piena notte, all'alba... Io chattavo anche alle 3 di notte. Mi faceva paura ma mi emozionava. Mi sentivo desiderata". A parlare di sesso a qualsiasi ora del giorno. Con un uomo poi il rapporto si sposta dal sesso quasi ai sentimenti. "Lui era gentile, io gli parlavo di me come persona. Alla fine forse mi ero innamorata. Gli ho mandato delle foto...".

Da lì alla prostituzione vera e propria, 250 euro per ogni incontro, il passo è breve. E Silvia la prende quasi come un insulto. "È diventata quasi una sfida. Gli ho detto: va bene, pagami. E a me 250 euro sembravano tantissimi, capito?". Lei è ancora minorenne, lui 35enne.

"Io mi sentivo così arrabbiata. Però non è facile dire basta. Lo dici tante volte, poi ci ricaschi". Alla fine i genitori l'hanno scoperta: "Ho iniziato la psicoterapia. Ci vuole tempo. Adesso mi prende davvero la nausea, all'epoca no.

Soffrivo come un cane".

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