Cronache

Le coop scordano l'accoglienza: "Non pagate? Abbandoniamo i migranti"

A Biella le cooperative lamentano i ritardi nei pagamenti. E così mettono da parte i bei propositi sull'accoglienza

Le coop scordano l'accoglienza: "Non pagate? Abbandoniamo i migranti"

Il ministro Alfano lo ha ammesso alcuni giorni fa: mancano 600 milioni di euro per pagare le cooperative e le Onlus che si occupano dell'accoglienza dei migranti. A Biella è da aprile che piccole e grandi coop non vengono pagate. Così non ci hanno pensato molto ad abbandonare i principi dell'accoglienza che tanto hanno predicato. Qualcuno ha anche minacciato di "chiudere tutto" e "portare i profughi in prefettura". Alla faccia della carità e dell'aiuto ai disperati.

"Portiamo i migranti in prefettura"

Il direttore della "Pacefuturo", Andrea Trivero, non appena ha capito che i conti non tornavano, ha dichiarato ai quotidiani locali che "quando i pagamenti hanno un ritardo di 150 giorni siamo in difficoltà" così' è pronto a "chiudere tutto e portare i profughi in Prefettura". Non che il ministero si stia comportando bene, ovvio. Quando un pagamento è dovuto, nemmeno lo Stato può permettersi di saldare il conto in ritardo. Ma qui a colpire è la rapidità con cui associazioni e Onlus lasciano cadere quelle belle parole sull'accoglienza che per anni hanno sventolato ai quattro venti, etichettando come "razzisti" chi cantava nel coro contrario.

"Accoglienza? - dicono il Segretario Provinciale e il capogruppo in Comune della Lega Nord, Michele Mosca e Giacomo Moscarola - Per le coop va bene solo se retribuita. Noi da tempo sosteniamo che sia solo un grande business per le associazioni che gestiscono l'accoglienza.

Per mesi ed in ogni occasione questi stessi signori che predicavano dal pulpito il valore cristiano dell’accoglienza e dell’integrazione, ci hanno accusato di essere dei razzisti insensibili a cui non interessava nulla della povera gente che fugge dalla guerra, ci chiediamo come mai ora tutti questi grandi valori morali siano stati accantonati e ridotta l’accoglienza ad una sola fonte di guadagno".

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