Cronache

Coppa Italia, scoppia la polemica su Genny'a carogna. Il fischio d'inizio deciso dal figlio di un camorrista

Solo dopo 45’ di discussioni con giocatori e forze dell'ordine, il capo degli ultras Gennaro De Tommaso ha dato il suo assenso annuendo visibilmente. I sindacati di polizia contro il Viminale. Gravissimo il tifoso ferito

Coppa Italia, scoppia la polemica su Genny'a carogna. Il fischio d'inizio deciso dal figlio di un camorrista

È stato arrestato per tentato omicidio Daniele De Santis, il 48enne romano, già noto alle forze di polizia, titolare di un esercizio commerciale e sospettato di aver avuto un ruolo di primo piano nel gravissimo ferimento di un tifoso napoletano prima che si giocasse la finale di Coppa Italia, davanti a 62mila spettatori. Lo rende noto la Questura, precisando che si stanno valutando le posizioni di altri che avrebbero partecipato alla rissa. Stando a una prima ricostruzione, pare che De Santis abbia provocato i tifosi napoletani lanciando loro dei fumogeni. Alla violenta reazione dei campani, l’ultrà giallorosso ha risposto esplodendo dei colpi d’arma da fuoco.

Cinque appartenenti alle forze dell’ordine, oltre a due steward, sono rimasti feriti durante l’afflusso di tifosi nel tentativo di impedire che gli ultrà del Napoli e quelli della Fiorentina venissero a contatto. Un trentatreenne tifoso napoletano è stato poi arrestato per resistenza violenza e lesioni a pubblico ufficiale e sanzionato con un daspo per cinque anni, mentre altri due supporter azzurri sono stati denunciati (uno per resistenza a pubblico ufficiale, l’altro per possesso di petardo), e sanzionati con daspo.

Intanto, restano gravissime le condizioni del tifoso trentenne napoletano ferito ieri da un colpo di pistola esploso da un ultrà della Roma. Il giovane è ricoverato in sala rianimazione al Policlinico Gemelli di Roma. Il proiettile, che era poi stato estratto ieri all’ospedale Villa San Pietro, aveva trapassato il polmone e si era fermato alla colonna vertebrale. Fonti mediche definiscono la situazione "disperata, saranno determinanti le prossime 24 ore". "Io come mamma voglio dire innanzitutto che per nessun motivo si deve usare la violenza perché mio figlio ama la vita, ama lo sport e non è andato lì per essere ucciso. Non doveva succedere è una follia", ha detto Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito il tifoso del Napoli che lotta per sopravvivere.

Si inizia a fare luce nel frattempo su quanto accaduto ieri sugli spalti. La gara è iniziata con 45 minuti di ritardo. Sotto la Curva Nord dello stadio Olimpico sono andati prima il centrocampista azzurro Marek Hamsik, poi i dirigenti di polizia, per cercare di convincere i tifosi a non provocare ulteriori incidenti. Solo appunto dopo 45’ di discussioni, il capo degli ultras, a cavalcioni delle barriere di protezione, ha dato il suo assenso annuendo visibilmente. Si tratta di "Genny'a carogna", nome vero: "Gennaro De Tommaso". Indossava una magliatta con la scritta "Spaziale libero", riferita all'ultras condannato in via definitiva per la morte, nel 2007, dell'ispettore capo Filippo Raciti. È Gennaro che dà l'ok per l'inizio della partita. Lui, in base a quanto si apprende da fonti investigative, sarebbe figlio di Ciro De Tommaso, ritenuto affiliato al clan camorristico del Rione Sanità dei Misso.

Contro il Viminale si è scagliato il sindacato autonomo della polizia (finito nella bufera giorni fa per gli applausi agli agenti condannati per la morte di Aldrovandi): "Il vero cretino si trovava ieri allo stadio Olimpico di Roma, indossava una maglietta inneggiante all’assassino di un poliziotto, è stato in passato soggetto a Daspo e addirittura risulta essere figlio di un boss della camorra, vogliamo vedere adesso la stessa indignazione dei vertici della nostra Amministrazione e del Viminale, vogliamo capire se per le autorità dello Stato i morti sono tutti uguali o se qualcuno è più uguale di un altro, vogliamo comprendere se in questo nostro strano Paese chi si è affrettato a crocifiggere i poliziotti per un applauso tarocco oggi riesce a condannare senza se e senza ma le sceneggiate dell’Olimpico dove a godersi lo spettacolo c’erano anche il premier Matteo Renzi e il presidente del Senato, Pietro Grasso", afferma Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap.

Duro anche il Consap. "La maglietta del capo ultras Genny detto a Carogna, con la scritta "Speziale libero" è un affronto personale alla categoria dei poliziotti e alla vedova Raciti. Abbiamo parlamentato con un uomo la cui maglietta chiedeva la libertà per un assassino di un poliziotto". Così Igor Gelarda, segretario della Consap, confederazione sindacale autonoma di polizia, in Sicilia commenta quanto avvenuto ieri all’Olimpico durante la partita Napoli-Fiorentina.

La replica del questore non si è fatta attendere: "Non c’è stata alcuna trattativa con gli ultras del Napoli. Mai pensato di non far giocare la partita", ha detto il questore di Roma Massimo Mazza, spiegando che è stato solo accordato al capitano del Napoli di informare i tifosi, su richiesta di questi, sulle condizioni di salute del ferito. "Mai nessuno - ha aggiunto il questore - ha pensato di non far giocare la partita, né la federazione, né le forze dell’ordine, né le società. La società Napoli ci ha solo chiesto se avessimo nulla in contrario se il capitano spiegasse ai tifosi come era la situazione, anche perché si erano diffuse notizie che davano per morto il tifoso. Non c’erano controindicazioni e così il capitano ha potuto spiegare che i tifosi della Fiorentina non c’entravano con quello che era accaduto e che il tifoso non era morto. Non riesco a capire di quale trattativa si parli: non c’è stata alcuna trattativa: società federazione e forze dell’ordine sono state tutte concordi nel ritenere che la partita si poteva e si doveva regolarmente giocare e così è stato".

Anche Angelino Alfano non ci sta e, nonostante lo spettacolo sia stato visto da milioni di persone, nega l'evidenza: "Non c’è stata nessuna trattativa tra Stato e ultrà.

Non sta nè in cielo nè in terra".

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