Cronache

"Terroni di m... negri". Cori razzisti contro i calciatori avversari

"Terroni di m... negri": cori razzisti sono stati gridati contro i calciatori del Don Bosco Vallecrosia dai calciatori di casa dell'Atletico Argentina, di Taggia, in provincia di Imperia, al termine della partita valida per il Campionato Juniores

"Terroni di m... negri". Cori razzisti contro i calciatori avversari

Terroni di m…, negri”. Il calcio, purtroppo, è anche questo. Insulti razzisti gridati contro gli avversari, terminata la partita, al momento di congedarsi ed entrare negli spogliatoi. Così, ieri, allo stadio Sclavi di Arma di Taggia, in provincia di Imperia, si è concluso l’incontro valido per il campionato Juniores tra i padroni di casa dell’Atletico Argentina e gli ospiti del Don Bosco Vallecrosia (nella foto). Malgrado la vittoria per 2-1 i giocatori della formazione casalinga avrebbero attaccato gli ospiti con insulti pesanti ed anche a sfondo razzista. A denunciare l’accaduto è Simone Giovinazzo, direttore sportivo del Don Bosco.

“E' inaccettabile un simile comportamento. I ragazzi sono stati insultati con parole forti e cori. E’, inoltre, gravissimo, che sui nostri campi qualcuno possa essere insultato e offeso per il colore della sua pelle. E' un grave episodio di intolleranza razziale. Episodi simili fanno male al calcio e soprattutto ai ragazzi. Prenderemo provvedimenti a riguardo e denunceremo il fatto”. Una partita molto tesa quella che si è svolta ieri, in cui un giocatore del Vallecrosia, Andrea Terranova, è stato espulso.

“Il suo è stato un fallo di reazione, dopo essere stato chiamato terrone - afferma Giovinazzo, motivando il gesto del proprio giocatore - in quanto di origine siciliana”. E prosegue: “Noi insegniamo il calcio in maniera diversa, perché l’importante non è vincere, ma divertirsi e fare aggregazione. Al termine del match i miei giocatori sono andati a stringere la mano agli avversari e loro hanno contraccambiato ricoprendoci di insulti, nel corso di tutta la partita; rincarando la dose al momento di uscire dal campo”.

Per il direttore sportivo, che adesso si riserva di procedere per vie legali: “E’ stata una pugnalata al cuore. E’ la prima volta che ci accade un fatto del genere. Abbiamo un giocatore albanese, un romeno, siciliani, piemontesi e liguri, all’interno della nostra formazione, ma per noi non fa alcuna differenza”. Ciò che dà più fastidio al dirigente del Vallecrosia: “E’ il fatto che ci accusano di dire falsità. Sarebbe bastato chiedere scusa e per noi sarebbe finita lì, non ci interessa portare avanti la questione.

Ci può stare che ragazzi voli qualche insulto, ma poi non è possibile nascondere la mano”.

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