Cronache

Corona torna in aula: "Chi si macchia di un delitto non si potrà più smacchiare"

Fabrizio Corona ha fatto delle dichiarazioni spontanee per oltre mezz'ora davanti alla prima sezione penale ripercorrendo la vicenda che lo vede coinvolto

Corona torna in aula: "Chi si macchia di un delitto non si potrà più smacchiare"

"È proprio vero, come dice Papa Francesco, che quando uno si macchia di un delitto non si potrà mai più smacchiare". Così Fabrizio Corona si è difeso davanti ai giudici della prima sezione penale davanti ai quali, per oltre mezz'ora, ha fatto dichiarazioni spontanee.

In aula erano presenti la mamma e Le Donatella, Silvia provvedi, la fidanzata e la sorella Giulia. L'ex re dei paparazzi è finito a processo insieme alla sua ex collaboratrice Francesca Persi per quei 2,6 milioni di euro in contanti trovati in parte in un controsoffitto, in parte in cassette di sicurezza in Austria. Le parole del Santo Padre sono state utilizzate da Corona per stigmatizzare il comportamento degli investigatori che, a suo dire, hanno pensato che avesse legami con la criminalità organizzata. Nel corso del suo lungo intervento, Fabrizio Corona ha usato toni concitati e accesi. Ha citato, tra gli altri, anche le parole del primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, che in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario "ha detto che non bisogna fare processi mediatici".

"Nella vita mi era capitato di tutto - ha aggiunto - ma non la Dda e l'omicidio, ora mi è capitata la Dda, mi manca solo l'omicidio", ha continuato Corona. Nel corso della deposizione ha inoltre ricostruito l'intera vicenda raccontando di essere stato avvicinato dall'ex calciatore Giovanni Sculli, che gli ha chiesto 50 mila euro "perché gli avevano bloccato tutti i conti con le inchieste sul calcio scommesse". A quel punto la sua collaboratrice Francesca Persi, spaventata da ciò a cui aveva assistito, ha deciso di non voler tenere più i soldi in casa sua per paura che qualcuno potesse fare del male a lei e ai figli.

"Così si è fatta segnalare una banca dove spostare i soldi dalla sua amica Maria Carollo e dall'avvocato Tommaso Delfino" e la scelta è ricaduta su due istituti di credito di Innsbruck in Austria.

"Il 3 agosto - racconta Corona - la Persi parte per l'Austria e gli dice di averli spostati perché si sentiva minacciata.

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