Cronache

Cara di Mineo, spuntano altri cinque indagati

Nuovo filone di inchiesta sul centro per richiedenti asilo: nei guai anche il sindaco attuale e l'ex primo cittadino

Cara di Mineo, spuntano altri cinque indagati

Corruzione al Cara Mineo. Gli avvisi di garanzia sono stati recapitati a cinque persone. Si tratta dell'attuale sindaco Anna Aloisi (Ncd); dell'ex primo cittadino Giuseppe Mario Mirata (Pd); dell'ex presidente della cooperativa Sol.Calatino, Paolo Ragusa; del consigliere comunale ed ex assessore Luana Mandrà; e dell'ex assessore Maurizio Gulizia.

Al centro del nuovo filone di inchiesta, che si aggiunge a quello sulla presunta turbativa d'asta per l'appalto del centro richiedenti asilo, ci sarebbe la promessa di posti di lavoro ma anche una nomina nella giunta del Comune. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Sicilia, secondo cui la procura di Caltagirone ipotizza, a vario titolo, nei confronti degli indagati, le accuse di corruzione e istigazione alla corruzione.

Due gli episodi finiti nel mirino degli investigatori: nell'agosto 2013 per il cambio di posizione in Consiglio comunale sarebbe stato offerto al consigliere Mario Agrippino Noto un posto di lavoro per la fidanzata, ma la proposta poi non si sarebbe concretizzata. A distanza di un anno a ricevere una doppia avance è Luana Mandrà, poi finita nel registro degli indagati. Al consigliere comunale sarebbe stato offerto un posto da dirigente a tempo determinato in una delle cooperative che lavorano al Cara ma anche quello da assessore nella giunta di Mineo. E lei ha accettato il secondo, per poi dimettersi nel marzo del 2015, e rivelare agli investigatori i dettagli del suo ingresso in giunta e dell'offerta di lavoro al Cara.

Ma non finisce qui. Al vaglio degli investigatori, infatti, ci sarebbe una lista di 700 nomi ancora da verificare.

Paolo Ragusa, in qualità di presidente della cooperativa Sol.Calatino, e Anna Aloisi, in quanto sindaco del Comune di Mineo, sono coinvolti nell'associazione temporanea di imprese Casa della Solidarietà che si è aggiudicata la gestione del Centro per richiedenti asilo. Un appalto da quasi cento milioni di euro assegnato un anno fa e finito nell'inchiesta della procura di Roma Mafia capitale. A fare parte dell'associazione temporanea sono le stesse cooperative e società che hanno gestito il Cara: Senis Hospes, consorzio Sol. Calatino, consorzio Sisifo, Cascina global service, Pizzarotti (proprietaria del residence degli aranci) e il comitato provinciale della Croce Rossa.

Lo scorso giugno l'Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha chiesto il commissariamento dell'appalto.

Pochi giorni dopo la prefettura ha nominato l'avvocato dello Stato Maria Nicotra nel ruolo di commissaria.

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