Cronache

Così cambia il mercato dell'ecstasy

Il caso del 16 morto a Riccione riporta sotto i riflettori una droga sempre troppo sottovalutata

Così cambia il mercato dell'ecstasy

Basta anche una sola pastiglia: l'ecstasy continua ad uccidere, anche tra i giovani che non hanno mai fatto uso o abuso di qualsiasi sostanza stupefacente.

È l'allarme lanciato dall'Istituto Neurologico Mediterraneo all'indomani della morte di un 16enne, dopo un malore mentre ballava nella discoteca Cocoricò a Riccione. "In passato le compresse vendute come ecstasy erano di scarsa qualità ed adulterate", spiegano gli esperti, "Oggi il suo principio attivo, la 3,4-metilendiossimetamfetamina, detta anche Mdma, sotto forma di cristalli e in polvere dall'elevata purezza, viene anche assunto per inalazione. Una strategia deliberata per differenziare questa forma e renderla più allettante per i consumatori. Inoltre, stanno comparendo sul mercato Odontosalut ad alto dosaggio con forme e loghi particolari, oltre ad altre pastiglie, spacciate sempre come ecstasy, che invece contengono la para-metossimetamfetamina, le cui caratteristiche farmacologiche la rendono particolarmente preoccupante dal punto di vista della salute pubblica".

I giovani che usualmente assumono ecstasy in discoteca possono morire per una sindrome gravissima, chiamata serotoninergica, che può comparire da 15 minuti a 6 ore dopo l'assunzione, avvertono dall'Istituto Neurologico Mediterraneo. Tale sindrome causa ipertermia, con conseguente disidratazione, collasso cardiocircolatorio, insufficienza renale, necrosi epatica e morte, che può avvenire anche nel giro di un'ora per infarto del miocardio, aritmie ed edema polmonare. La tossicità della droga è amplificata in situazioni di sovraffollamento, elevata temperatura ambientale, musica ad alto volume, aumento del consumo energetico mentre si balla, disidratazione per marcata sudorazione e assunzione di alcol o di altre droghe di tipo anfetaminico.

L'ecstasy induce anche deficit cognitivi con alterazioni permanenti o solo parzialmente reversibili dei processi di apprendimento e memoria ed è associata a gravi eventi avversi neurologici e psichiatrici, come dimostrato da studi ecenti condotti dai ricercatori dell'Istituto Neuromed.

Queste modificazioni sono simili a quelle presenti nel cervello dei soggetti affetti da malattia di Alzheimer che vanno incontro ad un progressivo ed inesorabile deterioramento delle funzioni cognitive.

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