Cronache

La nuova schiavitù: cos'è la maternità surrogata

In internet le indicazioni per le cliniche estere che praticano l'utero in affitto, illegale in Italia

La nuova schiavitù: cos'è la maternità surrogata

Pacchetto economy, pacchetto standard o pacchetto Vip. Basta andare su internet, fare qualche ricerca nei blog specializzati e trovare la clinica cui rivolgersi per contattare una donna disposta ad affittare il suo utero. Disposta, insomma, a portare nove mesi in grembo un bambino che poi le sarà strappato dalle braccia.

E' questa la realtà della Gestazione Per Altri (GPA), una pratica che la legge italiana (legge 40) vieta espressamente: "Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro".

Cos'è la maternità surrogata

Ma non è difficile trovare online le informazioni necessarie. Il sito maternitasurrogata.info, per fare solo un esempio, mette a disposizione le indicazioni utili per orientarsi nel complicato mondo dell'utero in affitto.

Diventare genitori è naturalmente impossibile per le coppie sterili, omosessuali e per i single. Questi fanno ricorso, allora, all'utero di una donna che lo mette a disposizione, in cambio di un compenso economico. Le gestatrici si scelgono da un catalogo realizzato dalle agenzie specializzate e rimangono spesso anonime. Trovata la donatrice "compatibile", viene firmato un contratto, in cui si stabiliscono le condizioni per la consegna del bimbo, il prezzo, i trattamenti sanitari e il compenso per la gestante che rinuncia esplicitamente ai suoi diritti sul bambino.

Vengono poi prelevati i semi della coppia che intende avere un figlio (nel caso di coppie gay, è necessaria anche un'altra donatrice di ovuli), vengono fecondati e impiantati nell'utero della portatrice. L'operazione non è senza rischi, e il successo non è garantito. Potrebbe quindi essere necessario ricominciare l'operazione più volte. Se poi il bambino non si forma come previsto, la coppia che ha pagato può chiedere alla donna che lo porta in grembo di abortire. Alcuni embrioni crioconservati, infine, vengono spesso distrutti.

Dopo il parto, il bambino deve essere allontanato dalla madre e consegnato alla coppia di compratori. La quale nel frattempo rimane in attesa di ottenere i documenti necessari per portare il bambino in Italia. Come in ogni famiglia omogenitoriale, dal punto di vista della legge italiana infatti, sarà padre solo il padre biologico.

L'affitto dell'utero: le donne nuove schiave?

In California alle mamme viene garantito un compenso di circa 30mila euro. Ma nelle zone più povere del mondo, dove si sta moltiplicando il ricorso alla GPA, le donne in difficoltà economica mettono in affitto il loro utero per poter sopravvivere. Una nuova schiavitù, un nuovo sfruttamento del corpo della donna che anche alcune femministe hanno condannato. Diverse gestatrici, infatti, hanno confermato di aver deciso di diventare donatrici di utero per "mandare i figli all'università" o per "comprarsi una casa". In Ucraina e India il compenso dato alle donne si aggira appena intorno 7mila euro.

L'utero, insomma, diventa oggetto di scambio economico.

Una "cosa" da affittare per portare soldi a casa.

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