Cronache

Cucchi, chiesti 18 anni per autori del pestaggio

Il pm ha chiesto 18 anni di carcere per i carabinieri che picchiarono il ragazzo: "C'è un nesso tra il pestaggio e la morte di Stefano"

Cucchi, chiesti 18 anni per autori del pestaggio

Diciotto anni di reclusione ai carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, accusati di omicidio preterintenzionale, in relazione al pestaggio e alla morte di Stefano Cucchi. Sono queste le richieste avanzate dal pm, nel corso del processo presso la corte d'Assise. La sentenza è prevista per novembre e seguirà agli interventi di tutte le difese.

Chiesta, invece, l'assoluzione per lo stesso capo d'accusa per Francesco Tedesco, imputato che svelò il pestaggio subito dal ragazzo. Il pm, ha però reclamato una condanna a 3 anni per falso, per Tedesco, e una a 8 anni per Roberto Mandolini, per falso e calunnia. Non doversi procedere, invece, per il carabiniere Vincenzo Nicolardi e per Francesco Tedesco e Roberto Mandolini, per l'accusa di calunnia.

"Questo non è un processo all'Arma dei Carabinieri- ha specificato il pm- ma contro cinque esponenti dell'Arma dei Carabinieri". E infatti, specifica, nel corso dell'inchiesta, gli investigatori si sono potuti avvalere della collaborazione di altri militari dell'Arma. "Nella vicenda Cucchi i depistaggi hanno toccato picchi da film dell'orrore. La responsabilità è stata scientificamente indirizzata verso tre agenti della Polizia Penitenziaria. Ma il depistaggio ha riguardato anche un ministro della Repubblica che è andato in Senato e ha dichiarato il falso davanti a tutto il Paese", ha aggiunto il pm, secondo quanto riporta AdnKronos.

Secondo il pm, quello subito da Stefano Cucchi fu "un pestaggio violentissimo" e sarebbe "impossibile dire che non ci sia un nesso di causalità tra il pestaggio e la morte".

Le parole e le richieste del pubblico ministero hanno lasciato soddisfatta la sorella del ragazzo morto nel 2009, Ilaria Cucchi, che ha dichiarato: "Questo processo ci riavvicina allo Stato. Io non avrei mai creduto di trovarmi in un'aula di giustizia e respirare un'aria così diversa. Sembra qualcosa di così tanto scontato eppure non è così".

Dopo la requisitoria del pm, al processo svoltosi nell'aula bunker di Rebibbia, le difese degli imputati potranno intervenite.

Al termine di tutti gli interventi ci sarà la sentenza, programmata per novembre.

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