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Decreti, tasse e ganasce. Così funziona la tela di Penelope

Lo Stato italiano funziona, purtroppo, attorno al famoso principio detto "tela di Penelope", cioè disfare di notte, approfittando del buio e delle tenebre, quello che viene fatto di giorno alla luce del sole

Decreti, tasse e ganasce. Così funziona la tela di Penelope

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Lo Stato italiano funziona, purtroppo, attorno al famoso principio detto «tela di Penelope», cioè disfare di notte, approfittando del buio e delle tenebre, quello che viene fatto di giorno alla luce del sole. Ecco quindi che una magistrata simpatizzante di sinistra può vanificare con un tratto di penna l'efficacia del provvedimento sull'immigrazione approvato pochi giorni prima dal governo di destra. Ed ecco, per lo stesso principio, che un manager di Stato messo lì dal Pd può tranquillamente andare controcorrente alla politica fiscale che il medesimo governo sta cercando di portare avanti.

Il manager in questione si chiama Ernesto Maria Ruffini, da anni a capo dell'Agenzia delle Entrate. Pochi giorni fa lui ha deciso di ripristinare la politica del fermo amministrativo dell'auto - le famigerate ganasce per i contribuenti non in regola con il fisco, legge introdotta dal governo di Romano Prodi nel 2006. Dopo anni che la pratica era stata di fatto accantonata, migliaia di «preavvisi di fermo» sono in consegna in questi giorni a prescindere dalle ragioni del mancato o ritardato pagamento. Tutto legittimo, per carità, ma certo l'iniziativa non va nel senso di quella «collaborazione» che il governo ha dichiarato di voler mettere in campo per risolvere i contenziosi fiscali.

Ora, può essere che tra le migliaia di destinatari dell'avviso ci siano furbetti e mascalzoni, ma la logica spinge a dire che la maggior parte siano persone in difficoltà. Togliere loro la disponibilità dell'auto non li agevolerà in alcun modo a rimettersi in riga. Perché se la coperta è corta, liberare la macchina dalle ganasce comporterà un ritardo di altri pagamenti e quindi l'innesco di una dissoluta catena di Sant'Antonio, cosa che è proprio quello che questo governo vuole evitare.

Enzo Biagi, che certamente oggi non sarebbe un fervente filo governativo, ebbe a dire: «Questo è da sempre uno Stato che invece di fare pagare un po' meno a tutti perseguita solo qualcuno, in particolare picchia chi è già incatenato». Ecco, dopo le persone, incateniamo pure le vetture, ma nessuno si illuda: su questa strada non un solo euro in più di entrate fiscali arriverà nelle casse dell'Agenzia delle Entrate.

Con gioia, temo, solo della sinistra.

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