Cronache

Delitto Sana, Salvini: "La giustizia islamica fa paura"

Beccalossi: "Sana è stata uccisa due volte"

Delitto Sana, Salvini: "La giustizia islamica fa paura"

"Che vergogna! Se questa è "giustizia islamica" c'è da aver paura. Una preghiera per Sana. Scriverò al mio collega, il ministro dell'Interno pakistano, per esprimere il rammarico del popolo italiano". Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Salvini, commentando l'assoluzione di padre, zio e fratello della 25enne Sana Cheema, la 25enne italo-pakistana portata via da Brescia nell'aprile del 2018 per un matrimonio combinato e poi uccisa.

Ancora più duro il commento di Viviana Beccalossi, bresciana e consigliere regionale del Gruppo Misto: "Sana Chema è stata uccisa due volte. Ma del resto era difficile aspettarsi qualcosa di diverso da culture che impongono matrimoni combinati e chiudono un occhio se padri e fratelli "padroni" sono liberi di uccidere una donna che si rifiuta di rinunciare al suo sogno di una vita libera e normale. Il resto sono chiacchiere". E ancora: "Fa ancora più orrore sapere che dopo l'autopsia che accertò l'omicidio per strangolamento, fu proprio il padre a confessare le sue colpe. Ma questo, evidentemente, non basta".

Per il giudice "non ci sono prove sufficienti e mancano testimoni": per questo gli 11 imputati per l'omicidio di Sana Cheema, la 25enne italo-pakistana strangolata in Pakistan nell'aprile dell'anno scorso perché voleva sposare un italiano, sono stati tutti assolti. La 25enne Cheema, nata in Pakistan ma cresciuta in Italia, secondo l'accusa è stata uccisa in patria dal padre e dal fratello dopo aver detto loro che voleva sposare un italiano. La giovane viveva a Brescia, dove aveva compiuto gli studi, avendo poi trovato lavoro a Milano. I genitori avevano vissuto con lei per anni, ottenendo anche la cittadinanza italiana, poi si erano spostati in Germania.

Un paio di mesi prima dell'omicidio Sana era tornata in Pakistan, nel distretto di Gujrat dove è nata, ritrovando in quella occasione la famiglia, ma da lì non è più rientrata in Italia.

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