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La democrazia non è Francesca

La democrazia non è Francesca

Francesca è una studentessa di un liceo di Milano. Ieri, alla Camera, che ha ospitato ragazzi provenienti da tutta Italia nel Giorno della memoria per le vittime del terrorismo, Francesca ha strappato l'applauso dell'Aula (e di Di Maio) quando, nel suo discorso, ha detto che «i valori fondanti la convivenza civile paiono messi in discussione perfino da chi riveste alte responsabilità di governo». Non ha fatto nomi, ma il riferimento a Matteo Salvini e alla Lega appare ovvio e immaginiamo ci si riferisca alla linea dura nei confronti dell'immigrazione e dell'illegalità.

Una ragazza ha il sacrosanto diritto di dire ciò che crede, e anche noi pensiamo che Salvini stia «mettendo a rischio i valori fondanti della democrazia», ma per altri motivi. Per esempio, ostinandosi a governare contro l'indicazione ricevuta dagli elettori del Centrodestra, che mai più immaginavano di vederlo pappa e ciccia con Di Maio, suo acerrimo nemico per tutta la campagna elettorale, leader di una forza politica settaria, giustizialista e sostanzialmente comunista che ora, ovviamente, gli si sta rivoltando contro.

I «valori fondanti» non sono a rischio per il rigore in tema di sicurezza, ma lo sono stati, e continuano ad esserlo, per via di una immigrazione fuori controllo e per una illegalità diffusa e impunita che si è impossessata delle periferie delle nostre città. I «valori fondanti» sono a rischio perché si vuole impedire a un editore di destra, farneticante fino a che si vuole, di partecipare al Salone del libro (con un volume su Salvini) e, contemporaneamente, non si batte ciglio se a Barbara Balzerani, brigatista rossa che partecipò al sequestro e all'uccisione di Aldo Moro, si spalancano le porte di università e convegni per tenere le sue lezioni.

È vero, come dice Francesca, la democrazia scricchiola, ma il mio consiglio è di non confondere cause ed effetti. E c'è un modo con cui, soprattutto se giovani, si può dare una mano a salvarla. Alla prima occasione votiamo per chi le libertà le vuole ampliare e non restringere, per chi crede che la solidarietà non possa essere disgiunta dalla legalità, che la competenza venga prima della capacità mediatica, per chi sa che deve tenere i conti in ordine a tutela di tutti e sa che l'Europa va cambiata, non abbattuta.

Così si salva la democrazia, non con la santa ingenuità dei ragazzi.

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