Cronache

Quel design delle canzoni

L'arte musicale, sin dall'antichità, è fonte di ispirazione per numerosissimi artisti di vario tipo. Al Fuorisalone 2016 proprio la musica è stata resa protagonista con Design Me a Song

Quel design delle canzoni

L'arte musicale, sin dall'antichità, è fonte di ispirazione per numerosissimi artisti di vario tipo. Al Fuorisalone 2016 proprio la musica è stata resa protagonista con Design Me a Song: sette oggetti sono stati infatti creati partendo dall'ispirazione che le note sul pentagramma hanno dato agli autori, esprimendo a loro modo uno stato d'animo o un pensiero. Ecco quindi che si può ammirare l’Armadietto rivestito in resina naturale realizzato da Federico Angi, che ha tratto ispirazione dalla canzone “Living in a Box” dell'omonimo gruppo: l'effetto è quello di una vita consapevolmente oppressiva ma che prova sempre a liberarsi da ogni vincolo, proprio come il mix dato alla canzone tra testo e musica. “Black Hole Sun” dei Soundgarden è stata invece la fonte di ispirazione di Alberto Ghirardello e della sua Lampada a muro in pietra Sahara: la sofferenza espressa dalla band nel loro pezzo è perfettamente rappresentata da questa immensa pietra nera posta davanti alla luce, come a rappresentare uno stato di grigiore interiore che offusca ciò che si ha dentro. Sempre legato a questo senso di smarrimento e di sospensione, c'è il Portaombrelli con Appendiabiti in marmo di Alberto Lago. La canzone da lui scelta è “Rimmel” di Francesco De Gregori, l'associazione perfetta per descrivere una “tempesta” appena finita o per una situazione rimasta appesa come un abito.

Il tema della luce ritorna poi con la Lampada a muro con pendenti in marmo di Progetto Stanza215, in questo caso associato a “To Build A Home” della Cinematic Orchestra: il senso del passaggio da uno stato a un altro o da una situazione a un'altra che emerge dal testo del brano si rispecchia nel doppio cordone, uno bianco e uno nero, che accende o spegne la luce a seconda dei casi. Proseguendo il tour nella mostra, si passa da Elio e Le Storie Tese con la loro “Il vitello dai piedi di balsa”, fonte di ispirazione per un paio di Ghette in pelle lavorata dalla Tideo, a Chopin che con il suo “Notturno n.9” è stato perfettamente interpretato dall'angolo relax creato dal progetto di Fedra Villa. Infine, non poteva mancare il tributo a un grande musicista di Milano come Enzo Jannacci: una sedia e uno sgabello realizzati da Ghigos sembrano il “gioco” del “Vengo Anch’io, No Tu No”, uno dei più celebri successi che l’hanno consacrato nel gotha della musica.

In fondo l'arte è unica, non importa cosa si faccia, basta una fonte di ispirazione e anche due rette che si presume siano parallele possono incontrarsi.

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