Cronache

Detenuti torturati: "L'Italia deve risarcirli"

Lo Stato italiano condannato dalla Corte europea a risarcire due reclusi in carcere ad Asti spogliati e percossi 11 anni fa

Detenuti torturati: "L'Italia deve risarcirli"

Lo Stato italiano dovrà risarcire due detenuti del carcere di Asti vittime di tortura. Lo ha stabilito la Corte Europea dei diritti umani il 23 novembre scorso, dopo il ricorso presentato dalle vittime. Le torture risalgono a 11 anni fa.

La cifra che spetta ad ogni detenuto è di 45mila euro a testa. L'episodio riguarda il 10 dicembre del 2004 quando i due condannati allora detenuti nel carcere di Asti vennero denudati, condotti in celle di isolamento prive di vetri nonostante il freddo intenso, senza materassi, lenzuola, coperte, lavandino, sedie, sgabello. Lì, secondo la ricostruzione, gli si impedì di dormire e gli venne razionato il cibo. Inoltre ricevettero insulti e percosse anche più volte al giorno con calci, pugni, schiaffi in tutto il corpo e giungendo, nel caso di uno dei due, a schiacciargli la testa con i piedi.

La vicenda giudiziaria ebbe inizio a seguito di due intercettazioni del 19 febbraio 2005 nei confronti di alcuni operatori di polizia penitenziaria sottoposti a indagine per altri fatti. Si arrivò quindi al rinvio a giudizio degli indagati dopo oltre sei anni dai fatti, il 7 luglio 2011. Il 30 gennaio 2012 si arrivò alla sentenza di primo grado e la Corte di Cassazione chiuse processualmente il caso il 27 luglio dello stesso anno. nessuno dei responsabili fu condannato, in quanto in Italia non esiste il reato di tortura. Così si procedette per reati di più lieve entità arrivando, nel caso di due, a prescrizione, mentre per altri due indagati l'assoluzione arrivò per motivi procedurali. Il giudice mise nero su bianco che i fatti, pur qualificandosi come tortura ai sensi della Convenzione Onu contro la tortura, non potevano essere perseguiti come tali poiché in Italia non esiste una legge che riconosca il reato di tortura.

L'associazione Antigone si costituì parte civile nel procedimento collaborando con l'avvocato Simona Filippi, difensore civico dell'associazione, che predispose i ricorsi alla Corte europea dei diritti umani. Alla stesura e alla presentazione degli stessi collaborò anche Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia."Quella della Corte europea è una decisione di importanza enorme che riguarda la tortura in un carcere italiano. Il Governo ammette sostanzialmente le responsabilità e si rende disponibile a risarcire i due detenuti torturati ad Asti. Come aveva scritto a chiare lettere il giudice di Asti nella sentenza del 2012, si era trattato di un caso inequivocabile, e impunito, di tortura", ha dichiarato Patrizio Gonnella.

Un reato che ad oggi non è previsto dal codice penale italiano.

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