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Quel diritto prevalente che calpesta la Carta

Quel diritto prevalente che calpesta la Carta

L'accoglienza ha un primo presidio nei valori cristiani; poi nei principi costituzionali. Destra e sinistra sembrano ignorare l'articolo 10 della Costituzione: «La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge». Da qui risulta evidente che il primo impegno è dello Stato, degli Stati. Gentiloni ha dichiarato: «Non possiamo accettare l'idea che un Paese si tiri fuori dalle responsabilità comuni sul tema dei migranti. Ognuno deve fare la sua parte, nessuno può pensare di usare una parte dello schema euro», scaricando sull'Italia un impegno economico ed etico che è dell'Europa.

Gli enti locali devono invece garantire la sicurezza e il lavoro ai propri cittadini, che hanno nel sindaco il loro civico primo rappresentante. Il sindaco concerta con il prefetto gli strumenti per contrastare la criminalità, la cui radice è connessa alle difficoltà di trovare lavoro. Nessuno straniero deve avere un diritto prevalente su un italiano, nelle offerte e nel diritto al lavoro, come garantisce l'articolo 1 della Costituzione. Lo straniero o il profugo ha diritto all'assistenza. Gli extracomunitari assistiti devono assumere l'impegno di contribuire al decoro e alla pulizia della città, loro nuovo giardino.

E il lavoro rappresenta il loro riscatto e la nostra sicurezza.

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