Cronache

Concordia, Schettino di nuovo a bordo: "Non sono scappato"

A quasi due anni dalla tragedia dell'Isola del Giglio, Francesco Schettino torna sulla Concordia per un sopralluogo al generatore di emergenza

Concordia, Schettino di nuovo a bordo: "Non sono scappato"

Stamattina l'ex comandante Francesco Schettino è tornato sul ponte della Costa Concordia, a quasi due anni dalla tragedia che costò la vita a 32 persone. "Voglio contribuire all'accertamento della verità mettendoci la faccia", ha dichiarato. Salito a bordo alle 11, Schettino sta effettuando un sopralluogo al generatore di emergenza, che quella notte per qualche motivo non funzionò. Secondo quanto si apprende, Schettino non potrà avere una partecipazione attiva: non gli sarà permesso cioè di interloquire con i periti del tribunale che visioneranno alcune parti della nave, oggi raddrizzata, all'Isola del Giglio. Gli abitanti dell'isola sono scesi in strada per vedere il comandante: "Lo vogliamo vedere, siamo qui apposta", hanno dichiarato alcuni, telefonini e fotocamere alla mano, e i ricordi di quella terribile notte ancora vividi nella memoria. "Non è vero che ho pianto - dichiara Schettino -. Chi mette in giro queste notizie mi vuole far passare per un debole, come è stato in questi due anni. Ma io non sono fatto così. Sto cercando di dimostrare che sono un galantuomo, non uno smidollato".

Con uno squarcio di settanta metri sulla fiancata laterale, la Concordia affondò intorno alle 23, a quasi due ore dall'impatto. Alcune registrazioni telefoniche fra l'ex comandante e il Capitano di fregata Gregorio de Falco lasciano intendere che Schettino alle 23:30 fosse già su una scialuppa di salvataggio, mentre ancora gran parte dei passeggeri erano rimasti sulla nave, ormai quasi completamente ribaltata. Nonostante le pressioni del capitano che intimava a Schettino di tornare a bordo, l'ex comandante rispose che stava coordinando le operazioni a babordo della nave, in quanto il ponte di dritta risultava ormai impraticabile. Aspre critiche vennero mosse soprattutto alla lentezza nel coordinamento delle operazione del comandante, in quanto non si capì come mai non ordinò l'evacuazione poco dopo l'impatto, avendo già notificato la gravità dei danni dubiti dallo scafo. "Capisco certe reazioni di freddezza. Ma io non sono scappato. E’ stato come un incidente stradale, capisce? Non è che ti metti in mezzo, stai sul marciapiede e magari telefoni ai soccorritori.

Ecco, io coordinavo i lavori di recupero dal molo", ha dichiarato.

Commenti