Cronache

Un dispositivo potrebbe salvare la vita dei bimbi dimenticati in auto. Ma le aziende non lo producono

Un ingegnere ha brevettato un dispositivo che potrebbe salvare la vita di molti bimbi. Ma incredibilmente viene snobbato dalle aziende. Perché?

Un dispositivo potrebbe salvare la vita dei bimbi dimenticati in auto. Ma le aziende non lo producono

Ieri un bambino di due anni è morto, a Piacenza, rimasto rinchiuso in auto per ore sotto il sole. Il padre avrebbe dovuto portarlo all'asilo, per poi andare a lavoro. Ma ha completamente rimosso la sua incombenza. Un'incredibile dimenticanza che ha distrutto la vita di quel povero bambino e rovinato l'esistenza della sua famiglia. Purtroppo non è la prima volta che succedono cose del genere. E non solo in Italia. Negli Stati Uniti negli ultimi dodici anni ci sono stati più di 500 casi simili, 41 all'anno. Mettendo un attimo da parte le considerazioni di tipo psicologico (cosa può far dimenticare un bambino alla stregua di un mazzo di chiavi o un portafogli?), basterebbe un piccolo dispositivo per evitare il ripetersi di altre tragedie. Ne abbiam o parlato con l'ingegner Luca Marano, che qualche anno fa ha depositato un brevetto su un dispositivo per segnalare la presenza di un neonato sul seggiolino auto. "Sembra assurdo - puntualizza - che se dimentichi le luci accese dell’auto vieni avvisato da un cicalino per paura di scaricare la batteria, mentre se lasci un bambino sul seggiolino e ti allontani dall’auto non importa niente a nessuno".

Marano ci raccomnta che "esistono diversi brevetti che potrebbero impedire la morte di questi bambini per una banale dimenticanza e, invece, le aziende del settore per logiche legate al profitto o, semplicemente, per incompetenza non dotano i propri seggiolini di questi dispositivi".

Abbiamo chiesto all'ingegnere di spiegarci meglio il funzionamento del dispositivo: "E' sempre il medesimo: a) individuare in qualche modo se il bambino è seduto sul seggiolino (interruttore sulla fibbia della cintura di sicurezza, sensore sul sedile, etc. come sui sedili auto); b) capire se il motore è acceso o spento (tensione sotto chiave, segnale su rete CAN); c) capire se il guidatore si è allontanato dall’auto (portachiavi con allarme di allontanamento); d) avvisare ad esempio tramite un cicalino sul portachiavi. Ogni brevetto esistente - precisa l'ingegnere - si distingue per la presenza e la combinazione di questi segnali". Marano ci indica i numeri identificativi di alcuni brevetti: US5949340, US7218218, US20050253692, US6819249, US20040164856, US20070057799. "Quasi tutti dei primi del 2000. Aggiungo anche il mio: CS2011A000023 del 2011".

A questo punto gli chiediamo: perché il dispositivo non è stato prodotto? L'ingegnere ci racconta com'è andata: "Depositato il brevetto ho contattato ben undici delle maggiori aziende del settore (L’Inglesina Baby S.p.A., Chicco/Artsana, Bellelli s.r.l., Brevi s.r.l., Peg Perego S.p.A., Cam S.P.A. solo per citarne alcune), di queste solo cinque hanno risposto e solo due hanno accettato di incontrarmi per discutere del progetto". Tra le risposte più curiose che Marano ha ricevuto vale la pena ricordare le seguenti:

1) Non siamo interessati perché siamo già in possesso di decine di brevetti sull’argomento e, poi, per filosofia aziendale, non lavoriamo con brevetti esterni.
2) Di gadget di questo tipo sono pieni gli scaffali e nessuno li compra.
3) Se non veniamo obbligati per legge non possiamo giustificare un investimento di questo tipo.
4) Nessuno comprerebbe un dispositivo di questo tipo perché nessun genitore ammetterebbe a se stesso di poter dimenticare il proprio figlio in auto.

 Due aziende, come dicevamo, hanno accettato di incontrare l'ingegnere, con un approccio più possibilista: "Possiamo essere interessati a valutare una proposta per il prodotto finito piuttosto che per il brevetto", ha detto un'impresa. Un'altra, invece, ha risposto più o meno così: "Ne ridiscuteremo quando il brevetto sarà finalmente rilasciato, quindi tra almeno 18 mesi se tutto va bene".

Nessuna azienda ha valutato l’aspetto etico e il possibile ritorno di immagine derivante da un progetto simile, per non parlare delle opportunità di business. L'ingegner Marano ovviamente c'è rimasto male. "Spero che qualcosa possa cambiare". E, ci assicura, non tanto per il suo brevetto: "Ce ne sono altri". Le cose ovviamente cambierebbero se il parlamento legiferasse in tal senso, rendendo obbligatorio il dispositivo di sicurezza. Intanto troppi bambini continuano a morire in quel modo assurdo e atroce. Quando basterebbe un semplice cicalino..

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