Cronache

Migranti, la donna nella foto: "Io eroina? Affogava, l'ho solo salvato"

Sandra Tsiligeridu ha tratto in salvo un migrante che rischiava di morire in mare vicino a Kos. "Ma chiunque avrebbe fatto lo stesso"

Migranti, la donna nella foto: "Io eroina? Affogava, l'ho solo salvato"

Due mani che escono dall'acqua, un gesto istintivo, protettivo come quello della madre. Sandra Tsiligeridu glissa così sulla foto che ieri ha fatto il giro dei quotidiani, che la mostrano con un migrante, Mohammed Besmar, appena sottratto ai flutti.

La donna, 42 anni, era a bordo di un motoscafo, insieme al marito, a un'amica e alla figlia di otto anni, quando al largo dell'isola di Pserimos, a una decina di miglia da Kos, ha visto due mani uscire dall'acqua. Le mani di un uomo in difficoltà, che hanno tirato in salvo.

"Mio marito pensava che fosse un sub, quindi si stava allontanando per non investirlo. Ma io mi sono accorta che era un uomo in difficoltà e ho cominciato a gridare. Allora ci siamo avvicinati. Piangevo - racconta in un'intervista a Repubblica -, non riuscivo a smettere. Continuavo a dire 'pover'uomo, pover'uomo'".

Di essere trattata come un'eroina la donna non ne vuole sapere. "Tutti si sarebbero comportati nello stesso modo al mio posto", si difende, raccontando la vicenda dell'uomo che hanno preso a bordo. L'imbarco in Turchia, poi un problema in alto mare: un remo che si perde nei flutti e Mohammed che cerca di recuperarlo lottando con le onde.

"Nel mio Dna c'è il dolore dei migranti - aggiunge Sandra -, perché mio nonno, un greco del Ponto, è morto durante il viaggio dalla Cappadocia alla Grecia". E se fosse necessario, ora è pronta a prendere con sé l'uomo che ha salvato. "Oggi lo rivedrò ad Atene.

Gli dirò che ho capito il valore della vita".

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