Cronache

Easyjet chiede asilo ​in un altro paese Ue

Easyjet ha chiesto una licenza di trasporto aereo in un altro Paese della Ue "per continuare a volare in Europa" come fa adesso

Easyjet chiede asilo ​in un altro paese Ue

In seguito alla Brexit, Easyjet ha chiesto una licenza di trasporto aereo in un altro Paese della Ue "per continuare a volare in Europa" come fa adesso. Lo ha reso noto la compagnia low cost, che ha sede a Luton nei pressi di Londra, senza specificare in quale Paese sia stato chiesto il certificato.

"Nel quadro dei piani di emergenza di EasyJet prima del referendum abbiamo avuto colloqui informali con un certo numero di autorità europee dell'aviazione per ottenere una licenza di trasporto aereo in un Paese europeo al fine di permettere a EasyJet di volare in tutta Europa come fa adesso", indica la compagnia in un comunicato, aggiungendo di avere "già avviato le procedure per acquisire la licenza".

La compagnia low cost precisa per altro di non avere al momento l'intenzione di fare altri passi oltre la richiesta della licenza. "Finché non saranno più chiari i risultati delle trattative tra Regno Unito e Ue, EasyJet non ha bisogno di attuare altri cambiamenti strutturali o operativi", indica infatti il comunicato. Secondo quanto ha riferito 'Skynews' nella mattinata, Easyjet sarebbe intenzionata a trasferire la sede legale fuori del Regno Unito che si appresta ad uscire dall'Unione. Dopo l'esito del referendum, che aveva visto la compagnia impegnata a favore del 'Remain', la ceo Carolyn McCall in colloqui privati avrebbe definito quasi inevitabile il trasloco dalla Gran Bretagna.

Stando alle indiscrezioni, per altro, il trasferimento potrebbe riguardare solo una piccola parte dello staff, ma questo dipenderebbe anche dalla normativa prevista dal Paese prescelto. Nella base di Luton la compagnia aerea ha circa 1.000 dipendenti che operano in funzioni quali la finanza, l'It e il marketing. Si tratterebbe in ogni caso di rivedere la struttura societaria, nel senso che quella che è ora la capogruppo diventerebbe la controllata britannica di una entità domiciliata nella Ue, ma per ora si tratta solo di congetture. In una dichiarazione diffusa subito dopo la vittoria del Leave al referendum del 23 giugno, Easyjet aveva indicato di avere all'esame "varie opzioni che le permetteranno di continuare a volare in tutti i suoi mercati". La ceo McCall aveva aggiunto di avere scritto al Governo britannico e alla Commissione Ue per chiedere il mantenimento della Gran Bretagna nel mercato unico dell'aviazione Ue.

Alla Borsa di Londra, il titolo Easyjet, uno dei più bersagliati dalle vendite subito dopo l'esito del referendum, è in rialzo dello 0,83%, dopo avere segnato in precedenza nella mattinata un progresso dell'1,6%.

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