Cronache

Ecatombe nel Mediterraneo, si temono 700 morti

Un peschereccio con a bordo circa 700 persone si è capovolto la scorsa notte nel Canale di Sicilia, a circa 60 miglia a nord della Libia. Si cercano superstiti tra i corpi a galla

Ecatombe nel Mediterraneo, si temono 700 morti

Ancora una volta il Mediterraneo torna ad essere un cimitero. Un peschereccio che trasportava circa 700 persone si è capovolto nella notte nel Canale di Sicilia, a circa 60 miglia a nord della Libia. Un mercantile, dirottato nella zona per prestare soccorso, ha tratto in salvo alcuni superstiti. Si teme che il bilancio delle vittime sia di poco inferiore alle settecento unità. Se venissero confermati questi numeri si tratterebbe della più grande tragedia nelle acque del Mediterraneo (la peggiore sino ad ora risale al 3 ottobre 2013, con 366 vittime accertate). "Finora sono state recuperate 49 persone vive e una ventina di cadaveri", ha detto Flavio Di Giacomo, portavoce in Italia dell’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni).

Dal peschereccio ieri era stata lanciata una richiesta di aiuto al centro nazionale soccorso della Guardia Costiera, poiché l'imbarcazione aveva difficoltà di navigazione. La sala operativa del Comando generale delle Capitanerie di porto ha dirottato un mercantile portoghese (il King Jacob), che giunto in prossimità del mezzo in difficoltà, ha visto il peschereccio (lungo circa 20 metri) capovolgersi.

Ancora poco chiara la dinamica dell'incidente. Il barcone che si è rovesciato stanotte nelle acque del canale di Sicilia sarebbe partito dall’Egitto e avrebbe poi caricato i migranti sulle coste della Libia nord occidentale, vicino alla città di Zuara. Secondo Carlotta Sami, portavoce Unhcr, "probabilmente il barcone è stato avvicinato da un mercantile, c’è stato un momento di esitazione a bordo e lo spostamento di alcuni ha fatto capovolgere il natante. È incredibile - ha aggiunto Sami - l’efferatezza dei trafficanti che hanno riempito la barca fino all’inverosimile".

Scattata un’imponente operazione di soccorso: partecipano unità navali e aeree della stessa Guardia costiera, mercantili che sono stati dirottati in zona, e inoltre mezzi aerei e navali della marina militare e della guardia di finanza impegnati nell’operazione Triton dell’agenzia Frontex.

L’incidente è accaduto intorno a mezzanotte quando il barcone era appena uscito dalle acque libiche e si trovava ancora a circa 120 miglia nautiche a sud di Lampedusa.

"Si stanno cercando letteralmente le persone superstiti tra i cadaveri che galleggiano in acqua": la drammatica immagine è riferita dal premier maltese Joseph Muscat. Il capo del governo maltese ha aggiunto che, nonostante il dibattito politico in corso, Malta e Italia sono ancora da soli ad affrontare la gravissima crisi: "Nel Mediterraneo si sta dipanando una tragedia e se l’Ue e il mondo continuano a chiudere gl occhi, saranno giudicati nei termini più gravi possibili: esattamente come accaduto nel passato quando si chiusero gli occhi dinanzi ai genocidi e fece comodo non far niente".

I 24 cadaveri recuperati sono stati allineati su uno dei ponti della nave Gregoretti, della Guardia costiera. La nave sta coordinando i soccorsi in mare di tutte le unità navali impegnate nella ricerca di eventuali superstiti.

La Guardia costiera precisa che sono in corso verifiche sul numero di persone trasportate dal peschereccio rovesciatosi in mare. È stato un migrante eritreo, superstite della tragedia, a riferire delle circa 700 persone che si trovavano a bordo. Su tale cifra verranno sentiti anche gli altri superstiti, secondo le procedure previste. Si sa per certo, precisa in una nota la Guardia costiera, che il barcone che si è capovolto era in grado di portare "diverse centinaia di persone" ed era "sovraccarico di migranti".

Sarà molto difficile il recupero dei corpi delle centinaia di vittime. Secondo quanto riferiscono i soccorritori presenti sul posto, il tratto di mare dov'è avvenuto l’affondamento del barcone è troppo profondo per consentire l’intervento dei sommozzatori.

Nonostante nella zona sia presente una vasta secca che dimezza da 400 a 200 metri l’altezza del fondale, l’unica possibilità per portare avanti le operazioni di recupero delle salme sarebbe ricorrere a robot e sommergibili teleguidati, con un notevole impegno finanziario.

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