Cronache

Cosa si nasconde dietro le Ong "amiche" dei terroristi islamici

Molte organizzazioni umanitarie islamiche hanno legami con i gruppi jihadisti. Ecco quelle attive in Italia

Cosa si nasconde dietro le Ong "amiche" dei terroristi islamici

Sono numerose le Ong islamiche che appoggiano la guerra santa dei terroristi contro l'Occidente. Non è un mistero: dietro lo scudo degli aiuti umanitari spesso si nasconde il sostegno al jihadismo internazionale. Vale in tutto il mondo: amicizie con i Fratelli Musulmani, appoggio ai "ribelli" siriani e sostegno alla causa palestinese. Nemmeno l'Italia è immune a questo cancro.

A destare sospetti, infatti, sono due Ong attive nel Belpaese: la Onsur-Italia (Campagna mondiale di sostegno al popolo siriano) e la Ossmei (Organizzazione Siriana dei Servizi Medici di Emergenza in Italia​). Oltre a lavorare quasi sempre assieme, le due Ong condividono un particolare non secondario: nei loro stemmi compare la bandiera dei "ribelli siriani". Quelli, per intenderci, che si oppongono ad Assad e che nei giorni scorsi hanno sgozzato un bambino di 11 anni accusandolo di essere una spia.

I legami della Onsur con i Fratelli Musulmani

Partiamo dai legami delle Ong con i Fratelli Musulmani, il movimento islamico bandito da Emirati Arabi, Arabia Saudita e Egitto con l'accusa di essere un'organizzazione terroristica. Il presidente della Onsur è Ahmad Amer Dachan, un italo-siriano molto attivo sui social network. Se non si tratta di un caso di omonimia, suo padre è Nour Dachan, presidente emerito dell'Ucoii, l'Unione delle Comunità Islamiche Italiane che subisce l'influenza dei Fratelli Musulmani. La sorella invece è stata fidanzata con Ammar Bacha, uno dei jihadisti di Cologno Monzese partiti nel 2012 per combattere in Siria contro Assad.

A documentare la vicinanza tra la Onsur e la Fratellanza Musulmana ci sarebbero poi alcune foto presenti nel profilo Facebook di Dachan. In un'occasione si è fatto immortalare in un caloroso abbraccio con un volontario della Islamic Relief. Nulla di strano, se non fosse che questa Ong (attiva in molti Paesi e con sede a Londra) è stata accusata dal governo di Israele di aver sostenuto la cellula terroristica che ha rapito tre studenti israeliani nel 2014. Tra i dirigenti di Islamic Relief, inoltre, spiccano nel tempo individui come Ibrahim El-Zayyat, Essam el-Haddad e Ahmed al-Rawi a loro volta rappresentanti autorevoli della Fratellanza.

Se il quadro non fosse abbastanza chiaro, il puzzle si conclude con altri due tasselli: il primo è una foto che ritrae Dachan ad un gazebo a sostegno di Mohamed Morsi, l'ex presidente egiziano esponente dei Fratelli Musulmani; il secondo, un evento organizzato dal Nour Dachan nel 2015 per conto dell'Ucoii in cui - come ha ricostruito Valentina Colombo - avrebbe invitato a parlare membri della Fratellanza.

Le amicizie della Onsur con i jihadisti palestinesi

Come se non bastasse, lo scorso ottobre Ahmad Amer Dachan si scatta un selfie sotto la sede della Abspp, l'Associazione Benefica di Solidarietà con il Po­polo Palestinese. Questa Onlus ha sede a Genova e - per ammissione del suo stesso fondatore, Mohammad Hannoun - con le donazioni raccolte ha più volte foraggiato le famiglie dei kamikaze palestinesi. Beneficienza per sostenere il terrorismo.

Non è tutto. Un'altra foto imbarazza le due Ong. Sui pacchi degli aiuti umanitari diretti in Siria, i loghi della Onsur e della Osmei vengono applicati a fianco di quelli della Insani Yardim Vafki (IHH), una Ong islamica turca. La IHH è considerata dai servizi segreti di molti Paesi vicina ad Al Quaeda e Hamas. Oltre ad Israele, che l'ha inserita tra le organizzazioni terroristiche, anche il governo tedesco ha riscontrato legami con i jihadisti. Nel 2010 l'allora ministro dell'Interno, Thomas de Maiziere, disse senza peli sulla lingua: "Sotto la copertura degli aiuti umanitari la IHH appoggia finanziariamente (...) associazioni legate ad Hamas, responsabile di azioni di violenza contro Israele e gli israeliani".

La Ossmei e il traffico di migranti

Per quanto riguarda la Ossmei, non sono pochi gli episodi di dubbia legalità. Nel 2013, El Debuch Ahmad, 51enne siriano, è stato arrestato con l'accusa di essere uno "scafista di terra". La polizia di Reggello (Firenze) gli sequestrò 3600 dollari mentre era in compagnia di due clandestini siriani, soldi riconducibili al traffico di migranti. Interrogato, non negò di "essere responsabile dell’associazione Ossmei".

Ecco. Questa è la realtà delle Ong islamiche che operano in Italia. Visto il velo di mistero che le ricopre ed appurati i loro legami con i Fratelli Musulmani, forse le attività che conducono meriterebbero maggiore attenzione da parte del governo.

Ma al momento tutto tace.

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