Cronache

Willy ucciso con una mossa micidiale. I fratelli al gip: "Non lo abbiamo mai toccato"

L’amico della vittima ha raccontato cosa è avvenuto. Il 21enne è stato colpito con “un calcio micidiale alla pancia”

Willy ucciso con una mossa micidiale. I fratelli al gip: "Non lo abbiamo mai toccato"

Federico Zurma, l’amico 21enne che Willy Monteiro Duarte ha cercato di difendere, ha raccontato la mossa micidiale che lo ha ammazzato. Willy aveva cercato in tutti i modi, anche a costo di rimetterci la propria vita, di difendere l’amico preso di mira dai quattro ragazzi arrestati poche ore dopo. I quattro sono accusati di averlo ucciso a calci e pugni. Un loro amico è per il momento solo indagato.

La mossa micidiale che ha ucciso Willy

Federico ha raccontato che lo stavano picchiando, quando improvvisamente è intervenuto il 21enne che si è messo tra lui e i suoi aguzzini, cercando di fare da paciere. Ma invece che fermarsi, gli aggressori hanno iniziato a picchiare anche lui. In quattro contro uno solo. “Uno di loro lo ha colpito con un calcio micidiale alla pancia. Willy è rimbalzato a terra, facendosi forza sulle braccia ha provato a rialzarsi, ma gli ha subito sferrato un pugno sulla testa” ,ha spiegato Federico intervistato dal Corriere della Sera. Tutti molto palestrati, i due fratelli praticano anche arti marziali. e vengono definiti picchiatori professionisti. In particolare i Bianchi praticano la Mixed Martial Arts, uno sport estremo che fonde la boxe con le arti marziali.

Federico ha raccontato di Willy come di un bravo ragazzo, equilibrato, intervenuto solo per riportare la calma. Il giovane è stato ascoltato dai carabinieri e sa che dovrà presentarsi in tribunale per deporre contro i suoi aggressori. Fermati per l’omicidio Mario Pincarelli di 22 anni, Francesco Belleggia di anni 23, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, rispettivamente di 24 e 26 anni. A pochi minuti dalla tragedia, proprio Gabriele aveva postato un video, poi ricoperto di insulti dagli altri utenti, sul suo profilo Facebook. Nelle immagini si vedevano due scimmie, con commenti allusivi e parolacce. Il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, ha commentato quanto avvenuto: “Una cosa tristissima e molto preoccupante. Oggi vedrò il sindaco di Colleferro, per portare il segno di vicinanza dello Stato, sia spirituale sia perché siamo pronti ad analizzare nel profondo questa vicenda. Perché se ci sono aspetti che vanno oltre l’episodio intendiamo affrontarli con le dovute maniere. Una cosa che riesce difficile commentare”.

Ha poi sottolineato che l’aggressione si è verificata vicino a una stazione dei carabinieri. Aggiungendo che i militari sono intervenuti velocemente. Ha inoltre tenuto a dire che è impossibile riuscire a controllare tutto, anche “le derive culturali, che possono esserci in certi ambienti e che possono portare a fenomeni di questo tipo. Io credo che le condizioni da valutare siano delle precondizioni, valuteremo se c’è qualcosa da migliorare. Ci approcciamo in maniera molto laica ma certamente non lasceremo passare l’episodio come se fosse stato qualcosa di casuale, che è avvenuto come fosse stato un accidente della vita”. Il prefetto ha poi affermato che verrà fatto tutto il possibile per onorare la memoria di Willy, prestando maggiore attenzione su certi ambienti giovanili. E forse anche familiari.

"Escluso il movente razziale"

Il genitore di uno dei ragazzi arrestati avrebbe detto al padre di un amico della vittima: "Cosa hanno fatto? Non hanno fatto niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario". La frase choc, riferita ai carabinieri, inizialmente aveva portato gli inquirenti a far luce anche su un altro tema: l’ipotesi dell’aggravante razziale. Anche se sembra che il giovane cuoco di Paliano si sia solo trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, e che non abbia voltato la faccia quando ha visto che un suo ex compagno di scuola veniva picchiato. Il dubbio comunque si era insidiato. In un primo momento si era pensato che forse il colore della sua pelle, Willy è originario di Capo Verde, ma residente con la sua famiglia nel comune di Paliano, aveva fatto sì che i picchiatori andassero giù ancor più pesantemente.

Il primo cittadino di Colleferro, Pierluigi Sanna, ha tenuto a dire che il comune da lui amministrato non è, e non è mai stato razzista, sottolineando che Willy e la sua famiglia non avevano mai avuto problemi. Lo stesso a Paliano. Ma la situazione sarebbe diversa ad Artena, dove i fratelli Bianchi sarebbero ben conosciuti anche per episodi di xenofobia. Gabriele avrebbe già in passato commentato fatti di cronaca usando parole razziste. E su internet c’è anche chi fa i complimenti ai presunti killer perché visti come degli eroi. Ma la polizia postale di Latina è già sulle loro tracce. Sarebbe invece stato escluso il movente razziale e politico nell'omicidio di Willy Monteiro. Fonti investigative lo avrebbero affermato all'AGI.

Cosa hanno detto davanti al Gip

"Non lo abbiamo toccato, respingiamo ogni accusa. Siamo interventi per dividere una rissa. Abbiamo visto un parapiglia e siamo arrivati". Così si sono difesi i due fratelli, Marco e Gabriele Bianchi, davanti al Gip di Velletri nel carcere romano di Rebibbia. Si sono anche detti dispiaciuti e distrutti perchè accusati di un omicidio che non hanno commesso. Il loro avvocato, Massimiliano Pica, ha asserito che i suoi assistiti non hanno partecipato alla rissa in cui è morto il 21enne. I due sarebbero solo scesi dalla loro auto per fare da paciere, perchè avevano visto alcuni loro amici coinvolti nella rissa. Secondo quanto sottolineato dal legale, i due fratelli avrebbero anche fornito al giudice i nomi dei loro amici coinvolti. "I miei assistiti affermano di avere sbracciato per dividere gli autori della rissa ma di non avere colpito il ragazzo. Domani depositeremo nuove testimonianze che contraddicono quelle della Procura. I fratelli Bianchi affermano di non avere visto Willy a terra, vittima del pestaggio" ha infine rivelato l'avvocato.

La compagna di Gabriele è incinta

"Aspetto un bambino, sto diventando madre e il mio pensiero va alla famiglia del ragazzo che non c'è più" ha confidato all'Adnkronos Silvia Ladaga, la compagna di Gabriele Bianchi. La ragazza aspetta un bambino e ha raccontato cosa sta avvenendo nella sua testa in questi giorni. La donna è passata dalla gioia di aspettare una creatura da Gabriele, alla disperazione di perdere il proprio compagno, rinchiuso in carcere. L'ex candidata alle Regionali del Lazio con Forza Italia è certa che la giustizia farà il suo corso e che la verità salterà fuori. Ha inoltre spiegato che "c'è un accanimento fortissimo verso le famiglie dei protagonisti di questa storia. La prima vittima di tutto questo è Willy che non c'è più e la sua famiglia. Poi ci siamo noi che non c'entriamo nulla e stiamo subendo minacce di morte pesantissime".

E naturalmente il suo pensiero va anche a quel bambino che deve ancora nascere.

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