Cronache

Ecologia integrale, ora il Papa chiede perdono alla terra

L'ultimo libro del Papa indica una strada per l'umanità, che deve pentirsi di quanto fatto al Creato sino a questo momento. Ma la svolta è possibile

Ecologia integrale, ora il Papa chiede perdono alla terra

Se i tradizionalisti e i conservatori temono che l'ambientalismo possa divenire la religione maggioritaria del secolo, con il culto della "madre Terra" e il ritorno al panteismo, Papa Francesco è sicuro che l'ecologia integrale debba far parte della priorità. Vale per quelle politiche dei governanti, ma pure per quelle pastorali della Chiesa cattolica. Il Sinodo panamazzonico è l'apripista di questa fase, non il compimento. Di ecologia ed ecologismi si parlerà ancora. Se non altro perché il nuovo libro del pontefice argentino è intitolato proprio "Nostra Madre Terra". Un' opera che costituisce il naturale seguito dell'enciclica Laudato Sì.

Qualche passaggio della nuova fatica libraria di Jorge Mario Bergoglio è stato pubblicato, in anteprima, su Il Corriere. Può essere subito denotata un'aspra critica alla globalizzazione. Il Santo Padre, a marzo prossimo, sarà ad Assisi per "The Economy of Francis": un appuntamento che darà modo di chiarire la strategia a lungo termine dell'ex arcivescovo di Buenos Aires per il mondo. Il Papa sta indicando una strada all'umanità intera. Materia economica e tutela del Creato, nella visione del pontefice argentino, si intrecciano. Non si può intervenire su un piano se non si tiene in considerazione anche l'altro.

Infatti il vescovo di Roma procede con un'elencazione di alcuni approcci ed effetti negativi: si va dall'"inquinamento" ai "cambiamenti climatici", passando però anche per lo stile di vita consumistico, per le conseguenze malevoli subite dalle acque a causa nostra, per il militarismo, per l'accumulazione del cosiddetto "capitale" nelle mani dei "pochissimi", per la tanto stigmatizzata (almeno dal Papa) "cultura dello scarto", che interessa tanto i valori non negoziabili, quindi la bioetica, quanto i migranti e la gestione dei fenomeni migratori, e così via. Papa Francesco mette tutto insieme. Non si tratta tanto di inseguire Greta Thunberg. Nella disamina presentata dal pontefice argentino c'è ben altro.

"Chi ha molto vale molto, è ammirato, considerato ed esercita una qualche forma di potere; mentre chi ha poco o nulla, rischia di perdere anche il proprio volto, perché scompare, diventa uno di quegli invisibili che popolano le nostre città, una di quelle persone di cui non ci accorgiamo o con cui cerchiamo di non venire a contatto", scrive il Santo Padre, rimarcando come la sua sia anzitutto una teologia del popolo, che guarda alle "periferie economico-esistenziali".

Ma una medicina per lo stato di salute della terra, che per il Papa non è certo ottimale, esiste: "Il pentimento dunque per noi tutti - fa presente il vertice della Chiesa cattolica - , per la nostra èra - specifica - , è una grazia da implorare umilmente al Signore Gesù Cristo, affinché nella storia questa nostra generazione possa essere ricordata non per i suoi errori, ma per l’umiltà e la saggezza di aver saputo invertire la rotta". C'è, insomma, la necessità che qualcosa cambi al livello base.

L'antidoto alla dissoluzione del pianeta, quello individuato dal Santo Padre, è quindi una cultura del dono in grado di contrastare e interrompere il ciclo imposto da quella "del possesso".

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