Cronache

"Educate i figli alla consapevolezza, non alla paura". I 10 consigli del professor Meluzzi

Intervista al noto psicologo: "Mamme e papà, ai vostri ragazzi non raccontate favole ma dite le cose così come stanno: 'Islam' significa 'sottomissione' e bisogna reagire uniti. La guerra? Un afrodisiaco: nei periodi di lotta, si fa di più l'amore"

"Educate i figli alla consapevolezza, non alla paura". I 10 consigli del professor Meluzzi

Esattamente una settimana fa, Alessandro Meluzzi era ospite a Quarto Grado. E per chi come lui ha fatto il ricercatore a Parigi, legge i versi di Baudelaire e canta la Marsigliese sotto la doccia, apprendere in diretta le tragiche notizie provenienti dalla capitale francese è stato un colpo al cuore.

"Ho provato profondo dispiacere per una città che amo e per vite giovani falciate con una crudeltà infinita, ma soprattutto - dichiara il noto psichiatra e psicologo a ilGiornale.it - ho avuto un grande senso di rabbia di fronte a una situazione, checché ne dica l'ebetismo del politicamente corretto, strettamente collegata all'ideologia e alla religione". In questo periodo di caos e tensione, Meluzzi suggerisce di fare un po' di ordine nella nostra mente: "Bisogna distinguere la sicurezza oggettiva dalla sicurezza percepita. Quella che conta nella testa delle gente è la sicurezza percepita, ma alle persone non si può chiedere di sentirsi sicure in un clima del genere". Si può invece spronare chi ha figli in età compresa tra l'infanzia e l'adolescenza a crescerli nella consapevolezza e nella fermezza, piuttosto che nel terrore psicotico collettivo. Ecco i dieci consigli del professor Meluzzi ai genitori italiani in stato di allerta.

1) "Porre fiducia nell'aspetto anagrafico: nei più piccoli c'è una scarsissima paura della morte, ma c'è un'immensa vitalità. Ciò deve rassicurarci perché i giovanissimi sono già psicologicamente auto-protetti dall'angoscia del trapasso".

2) "Non alimentare nei figli la paura di viaggiare, al contrario aiutarli a riflettere sulla fondatezza delle statistiche. Per esempio, è vero che una sciagura aerea incute un certo sgomento, dato anche il livello di spettacolarizzazione dell'avvenimento in sé, ma rapportando il numero dei voli al numero degli incidenti nei cieli, l'aereo resta uno dei mezzi più sicuri".

3) "Il senso del rischio porta a una condotta prudente e a uno spirito di osservazione più acuto. Chi ha un figlio particolarmente vivace e spericolato colga l'occasione per fargli notare che attualmente esistono pericoli più grandi di lui come gli attentati, prevedibili fino a un certo punto".

4) "La condizione di essere sotto minaccia scatena l'adrenalina e fa bene alla salute mentale. Nella Londra bombardata dai nazisti i cittadini inglesi erano così uniti che il numero dei suicidi calò allo zero e le donne anoressiche guarirono. I ragazzi, che spesso si deprimono o si ammalano per problemi futili, dovrebbero ripassare la Seconda Guerra Mondiale".

5) "Essere dei 'condottieri' per i propri figli, spiegando loro che il terrorismo non è un caso della sorte, ma un nemico visibile da sconfiggere. Insomma, non stiamo qui a raccontarci favole".

6) "A proposito di favole, ricordare ai nostri figli che l'Islam, il cui significato letterale è 'sottomissione', è la fedele traduzione del Corano. E nel Corano sta scritto chiaramente che chi non si sottomette ad Allah dev'essere ucciso. E' una cosa che non ci siamo inventati noi occidentali e che un mullah non può negare. Stiamo parlando di violenza, sangue, uccisioni. Il 'volemose bene' lasciamolo ai falsi buonisti".

7) "Bisogna essere testimoni attivi, e non passivi, di un evento storico così speciale che è questo scontro di civiltà. I giovani devono prenderne atto per rafforzare la propria identità e rendersi conto del mondo in cui un giorno cresceranno i loro figli".

8) "Nei momenti di maggiore vulnerabilità ci si ricompatta, si è più solidali, si dialoga di più, si sta più volentieri in famiglia. I figli potranno sempre trovare rifugio sicuro da mamma e papà".

9) "Lo scontro culturale si ripercuote nelle scuole: il comportamento di certi ragazzi musulmani che si rifiutano di integrarsi con i loro compagni di classe è una forma di bullismo nei confronti di un Paese che li accoglie con tutti i benefit possibili e immaginabili. I nostri figli devono reagire con durezza e consapevolezza".

10) "In tempi di lotta, si fa di più e meglio l'amore. Nell'eterna dialettica tra Eros e Thanatos, la sensazione di morte imminente stimola le pulsioni sessuali e induce uomini e donne ad andare di più a letto insieme, persino a fare più figli.

In un certo senso, la guerra è un afrodisiaco".

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