Cronache

Eur, il regno delle "lucciole"

Degrado, squillo, illegalità: viaggio nel quartiere in cui il Comune vuole "legalizzare" la prostituzione. SONDAGGIO Sei d'accordo?

Eur, il regno delle "lucciole"

"Io capisco il tentativo del Comune, ma il desiderio di regolarizzare una materia così spinosa temo sia una utopia in partenza. Forse regolamenteranno l'Eur ma resteranno tanti altri quartieri senza legge. Ci sarà la Salaria, ci sarà la Tiberina. I magnaccia mica se ne andranno". Dopo la Cei anche il regista Carlo Verdone, intervistato dal Fatto Quotidiano, boccia in toto la decisione della giunta di Ignazio Marino di destinare una parte dell' Eur alla prostituzione per strada.

Quello delle squillo è, infatti, un problema che coinvolge tutte le zone della Capitale, dal centro alla periferia e i recenti scandali dimostrano che nemmeno “quartieri bene” come i Parioli non sono esenti da questo fenomeno. All' Eur è solo più evidente come racconta anche un barista del luogo. “Un tempo l'Eur non era così ma ora è sempre peggio. Il sabato sera diventa la meta preferita dei giovani che vanno in discoteca per sballarsi e poi magari fanno le gare di corsa con le loro auto sportive, mentre nelle vie limitrofe “lavorano” sudamericane, russe e transessuali e le vie diventano lenzuoli di profilattici”.

È bizzarro che nell'anno in cui l'Italia dovrebbe celebrare l'Expo di Milano l'Eur torni alle cronache nazionali per vicende di questo tipo. Il quartiere nacque, infatti, in epoca fascista con lo scopo di ospitare l'Esposizione Universale di Roma che si sarebbe dovuta tenere nel 1942 ma che per via della guerra non si fece mai. Solo le Olimpiadi del 1960 rilanciarono temporaneamente il quartiere che con Eur spa, la società che detiene il 90% degli immobili, sarebbe tornare a nuova vita ma che, come ha dimostrato l'inchiesta di Mafia Capitale, versa ancora in condizioni impietose. Dal punto di vista architettonico l'Eur è l'esempio classico di razionalismo novecentesco dove spiccano opere come il Museo della Civiltà Romana (che attualmente e in fase di restauro e sarà chiuso almeno i prossimi tre anni), il Palazzo della Civiltà Italiana, detto anche Colosseo quadrato (che fino al 2028 sarà gestito dal gruppo Fendi), e il Palazzo dei Congressi cui forse un giorno lascerà il posto alla “nuvola” di Massimilano Fuksas, un'opera iniziata del 1998 e per cui l'ente Eur si sta fortemente indebitando. Proprio oggi si riunisce il consiglio d'amministrazione dell'ente che dovrebbe decidere la svendita di molti immobili per finanziare la realizzazione della “nuvola” per un totale di 133 di euro. Il museo dell'Alto Medioevo e il museo etnografico Luigi Pigorini, insieme All'archivio di Stato, sono in procinto di essere dismessi. “Il complesso museale – spiegano gli impiegati dei musei – è poco valorizzato perché si privilegiano i musei del centro e, fatta eccezione per le scolaresche, quell'Eur sono scarsamente visitati soprattutto in autunno e in estate”. Per gli abitanti della zona il problema principale, invece, resta la prostituzione e la poca sicurezza di un quartiere che, come abbiamo visto, avrebbe molto da offrire ma che ora vive una forte situazione di degrado.

Tornando al tema dei quartieri a “luci rosse”, un ex cliente spiega che quello della prostituzione stradale è solo un aspetto del fenomeno e che le cosiddette “case chiuse” sono più aperte che mai in tutte le zone della Capitale. “Finora si è parlato dei Parioli per via delle baby squillo, ma le squillo, minorenni o meno sono dappertutto”, spiega Giulio (nome di fantasia). “Se si vuole basta andare in un sito di incontri, digitare "dichiaro di avere più di 18 anni", tanto anche se non è vero nessuno ti controllerà mai la carta d'identità, e hai tutte le informazioni che vuoi”. “Molti siti – racconta Giulio – suddividono la ricerca per quartiere ed è facile trovare delle “professioniste” in zone insospettabili come San Pietro, Prati, piazza Navona, via Veneto ecc... Zone rispettabili dove donne di tutti i tipi “lavorano” in palazzi storici e di prestigio dagli spazi ampi”. “Poi, certo, - prosegue - vicino alle fermate della metro operano anche in tuguri angusti dove il giro di denaro però è enorme. Basti pensare che le tariffe vanno da 50 a 200 euro in base al tempo e alla prestazione richiesta perciò le “zone rosse” non fermeranno certo i magnaccia che vogliono sfruttare queste ragazze”.

Di fronte a certe affermazioni sorge spontaneo un quesito: possibile che le forze dell'ordine non si accorgano di nulla? A tal proposito risponde Pietro (altro nome di fantasia), un atro cliente:"Certo che lo sanno ma fanno finta di niente per convenienza. O si fanno pagare la tangente oppure ne approfittano per avere informazioni sui clienti. Tutti nella zona sanno come si chiamano queste ragazze e dove abitano e una di loro frequentate tranquillamente il locale di fronte a casa mia dove anche l'altra sera era a cena con la figlia piccola e con un uomo che poteva sembrare il suo protettore".

Parlando con molte di loro, però, si presentano come delle "libere professioniste" senza padroni e le loro storie sono le più disparate. Samantha (altro nome di fantasia), una trentenne sudamericana molto procace, racconta di essere arrivata in Italia dieci anni fa e "dopo aver divorziato ho iniziato a fare la puttana perché amo fare sesso e se ci guadagno tanto meglio, no?". Insomma sembra proprio una "lavoratrice autonoma" e ciò che dice appare convincente ma stride con la visita non tanto dal via vai dei clienti quanto dalle visite delle sue amiche sudamericane dalla bella presenza e dai vestiti succinti. Insomma, delle "colleghe" che difficilmente abbiano iniziato la professione per il suo stesso motivo e che siano andate a vivere tutte nella sua stessa zona per puro caso. Non c'è stato modo di appurare ma non è escluso che il padrone di casa di queste ragazze sia anche il loro datore di lavoro. Le cinesi e le asiatiche in genere, invece, si aprono dei "saloni di bellezza" o "centri massaggi" che fungono per altri usi, mentre un'italiana usa lo sgabuzzino della sua fotocopisteria per gli "extra".

Insomma, senza bisogno di andare all'Eur, si può concludere che le "lucciole" brillano ancora nel buio di case solo apparentemente "chiuse".

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