Cronache

Fanno la spesa in orario di lavoro: indagati 20 furbetti del cartellino

A Vibo Valentia concluse le indagini nei confronti di 20 dipendenti dell'Azienda sanitaria provinciale (Asp)

Fanno la spesa in orario di lavoro: indagati 20 furbetti del cartellino

Andavano a fare la spesa durante l'orario di lavoro e lasciavano l'ufficio senza timbrare il cartellino. I carabinieri di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, hanno notificato un provvedimento di conclusione indagini nei confronti di 20 dipendenti dell'Azienda sanitaria provinciale (Asp) di quel distretto, nell'ambito di un'inchiesta contro il fenomeno dell'assenteismo negli uffici pubblici.

I “furbetti del cartellino” dell'Asp sono indagati per truffa aggravata continuata e false attestazioni di prestazioni lavorative.

L'indagine è nata nel dicembre 2017, quando gli inquirenti hanno scoperto le condotte scorrette di un medico del distretto di Serra San Bruno. Il periodo finito nel mirino degli inquirenti va da gennaio all'inizio di maggio 2018. L'inchiesta è stata poi ampliata ad altri dipendenti, tra cui medici, infermieri, assistenti e collaboratori.

Gli inquirenti hanno così riscontrato l’allontanamento volontario da parte degli indagati dagli uffici. I dipendenti, a volte, si assentavano per andare a fare la spesa al supermarket durante l'orario di lavoro e senza aver eseguito la obbligatoria timbratura del cartellino elettronico in loro possesso.

In un fotogramma delle immagini riprese durante gli accertamenti investigativi, si vede anche una dipendente fare un gesto con la mano verso la macchinetta del badge, fingendo di timbrare il cartellino. Senza interrompere l’orario d'ufficio, quindi, i dipendenti indagati facevano risultare comunque svolte, nell’ambito della giornata, le ore lavorative. Alcune volte queste condotte venivano compiute durante lo straordinario. In un caso è stata inoltre registrata un doppia timbratura di due cartellini differenti da parte della stessa persona.

Ora tutti i dipendenti coinvolti devono rispondere dell'accusa di aver truffato la pubblica amministrazione.

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