Cronache

Fare il casellante non è noioso. E la busta paga vale il prezzo del biglietto

Vi sveliamo i segreti di un mestiere considerato monotono ma che garantisce un ottimo stipendio

Fare il casellante non è noioso. E la busta paga vale il prezzo del biglietto

Fiano Romano - Sono trent’anni che allunga le mani. E ogni giorno si ritrova a stringere nel pugno banconote e spiccioli. No, non siate maliziosi. Massimo Colantoni, dall’85 dipendente di Autostrade per l’Italia, fa l’esattore ausiliario. Una figura professionale mediaticamente poco divulgata ma che attira la curiosità di molti automobilisti. Quante volte, infatti, ci siamo domandati se il lavoro del casellante sia davvero monotono e noioso come sembra. “In effetti il rischio di alienarsi c’è, ma la clientela è così variegata che ci permette di trascorrere il tempo in modo persino divertente: ne vediamo di tutti i colori!”.

Massimo, 55 anni, dopo aver girato tutti gli scali da Ostia e Frosinone, ora lavora presso la stazione autostradale di Fiano Romano, a venti chilometri oltre il raccordo anulare della Capitale in direzione Nord. Ed è lì che lo raggiungiamo durante un giorno feriale di normale viabilità, per farci raccontare la sua giornata tipo, rinchiuso in un vano di due metri quadrati e con la mano sinistra sempre pronta ad allungarsi dalla finestrella. “Il bello della mia professione è che posso organizzarmi in base ai turni, che vanno generalmente dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6. A differenza di un ruolo impiegatizio, che rispetta il classico orario diurno e lascia poco margine di spazio nell’arco della giornata, il ruolo dell’esattore ausiliario mi permette di essere libero la mattina o il pomeriggio e di distribuire al meglio tutte quelle commissioni, come andare in banca o fare la spesa, che altrimenti sarei costretto a sbrigare soltanto dopo il lavoro. Certo, bisogna avere un proprio bioritmo, ma alla lunga il fisico e la mente si abituano a questa alternanza di orari”.

Per diventare addetti all’esazione del pedaggio non serve una laurea, basta il titolo di scuola media superiore. E’ richiesta una conoscenza quantomeno discreta delle lingue straniere più diffuse, inglese e francese, “necessaria anche solo per spiegare al cliente il meccanismo del tributo o fornire un'indicazione stradale”. All’inizio della carriera l’esattore frequenta un corso di dieci giorni in cui vengono illustrati i sistemi di pagamento e le metodologie da applicare su ogni caso anomalo. Ci sono varie tipologie di assunzione: contratto a tempo determinato, contratti stagionali (stabiliti in base alla carenza o all’aumento del traffico), part-time e naturalmente l’ambitissimo contratto a tempo indeterminato. “L’eterogeneità contrattuale permette al gestore di incastrare i turni senza far mancare mai il personale, mentre i dipendenti beneficiano di diverse indennità che, sommate, portano a uno stipendio molto buono”. Per questioni di privacy Massimo, assunto a tempo indeterminato full time, non può dirci quanto guadagna di preciso, ma ci fa capire che con la sua busta paga può vivere più che dignitosamente. “Abbiamo anche una serie di polizze che ci coprono a 360 gradi. Insomma, è una professione contrattualmente sicura e soddisfacente dal punto di vista remunerativo”.

Capitolo raggiri. I furbi circolano sempre, meno però che in passato. “Vent’anni fa i controlli venivano fatti sulla classificazione della cilindrata, invece con gli attuali sistemi elettronici è più difficile barare. Ci può essere uno scambio di biglietti tra una vettura e l’altra, ma è una irregolarità che viene immediatamente segnalata per incongruenza di percorrenza. Evadere l’onorario autostradale non è affatto semplice”. E in un trentennio di carriera Massimo ha visto cambiare parecchie dinamiche: “Sono entrato che si consegnava ancora il biglietto a mano, adesso con l’utilizzo dei sistemi Telepass integrati quasi non esiste più il ticket. Ricordo ai miei inizi anche fino a sei chilometri di coda, oggi conto al massimo una decina di vetture in attesa. Quante ne vedo passare? In media 1.500, nel weekend si arriva a 1.800. Le punte di traffico si toccano tra le 6.30 e le 8.30 e tra le 17 e le 19, in coincidenza con il flusso dei lavoratori. Quest’estate c’è stato un bel movimento, ma non abbiamo mai gestito code impressionanti”.

I casellanti in servizio al chiaro di luna sono potenzialmente esposti alle insidie della notte. “Per fortuna, durante i turni notturni non ho mai avuto esperienze negative. Mi è capitato di dovermi arrangiare con qualche automobilista che aveva ecceduto nell’alcol ma che poi si è rivelato innocuo. Con la Polizia Stradale c'è un buon rapporto di collaborazione. All’interno della cabina disponiamo di un pulsante che ci permette di contattare direttamente la centrale operativa per qualsiasi emergenza e gli interventi sono sempre tempestivi”. Massimo descrive l’interno della sua cabina come “una micro-realtà che va tenuta pulita e ordinata. Andare in bagno? C’è sempre un collega pronto a sostituire l’altro nel momento del bisogno (ride, ndr). Non abbiamo mica la palla al piede! Tempo per bere un caffè o mangiare un panino ce l’abbiamo”.

Fare l’esattore ausiliario significa fare anche pubbliche relazioni. “C’è il cliente che, percorrendo l’autostrada per andare al lavoro, non sarà mai contento di pagare dazio e quindi te lo ritrovi con la luna storta, e c’è il cliente che, felice di andarsene in vacanza, salda a cuor leggero. Noi cerchiamo di calarci nei panni e nell’umore dei clienti, del resto siamo esattamente come loro quando ci mettiamo in coda alle poste. Diciamo che i casellanti sono un po’ come le 'signorine buonasera' perché ci vedono sempre a mezzobusto”. Ma il vero codice etico dell’esattore si basa sui due principi molto semplici: “Serenità e pazienza. Se non le hai, è dura arrivare a fine turno. Ogni giorno ti passa di tutto, vai a sapere chi hai dall’altra parte. Io sono fortunato perché al mio casello la maggior parte della clientela che transita è pendolare, quindi la rivedo 5-6 giorni a settimana e riesco a instaurare un rapporto che va oltre il saluto. Pensate che un signore ha invitato mezza stazione al suo matrimonio, oppure una signora anziana, che abbiamo soccorso quando ha bucato la gomma, è diventata la nostra mascotte e spesso ci porta i cornetti a inizio turno”. Stando seduto al di qua della sbarra, Massimo ha incontrato persino la donna della sua vita. “Lei fa l'insegnante e passava ogni mattina per andare a scuola. Una volta le ho chiesto come funzionasse il cellulare che avevo appena comprato e ci siamo scambiati il numero. Ora conviviamo e abbiamo quattro figli”. Insomma, l’amore paga sempre.

Anche al casello.

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