Cronache

Figlio del militare morto a Nassiriya: "Zanotelli offende memoria di mio padre"

Il figlio del brigadiere ucciso nella strage: "Padre Zanotelli farebbe bene a pregare per i caduti. Le sue parole offendono la memoria di mio padre"

Figlio del militare morto a Nassiriya: "Zanotelli offende memoria di mio padre"

"Le sue parole offendono la memoria di mio padre, preghi invece di dire sciocchezze". Così Marco Intravaia, il figlio di uno dei carabinieri caduto a Nassiriya, risponde a padre Alex Zanotelli, secondo cui i militari vittime della strage del 12 novembre 2003 non dovrebbero essere definiti "martiri".

"Ricordo al reverendo Zanotelli il significato della parola 'martirio'- dice Intravaia all'AdnKronos-è il sacrificio della vita accettato in nome della fede. Mio padre sapeva che sarebbe morto di lì a poco e ha immolato la propria vita in nome dell'Italia e della sua difesa, fedele fino all'estremo sacrificio al giuramento prestato alla Repubblica".

Oggi il missionario padre Zanotelli aveva dichiarato: "I militari vittime dell'attentato a Nassiriya non andrebbero definiti 'martiri'. Noi eravamo lì per difendere con le armi il nostro petrolio". Una dichiarazione choc, che ha colpito tutto il mondo politico, rivoltatosi contro le parole del missionatrio che "offende la memoria" dei caduti a Nassiriya.

Ora, a Zanotelli risponde, a distanza, il figlio di Domenico Intravaia, il brigadiere dei carabinieri morto il 12 novembre 2003, durante l'attentato alla base militare italiana in Iraq. "Padre Alex Zanotelli farebbe bene a recitare delle preghiere per l'anima di mio padre e dei sui commilitoni, piuttosto che dire sciocchezze e offendere la memoria dei nostri caduti e l'impegno delle nostre forze armate nei teatri operativi".

Solamente ieri, Marco Intravaia aveva commentato il nuovo attacco ai militari italiani in Iraq: "Non può che riaprire una ferita, mai rimarginata- ha spiegato l'uomo- Per me e la mia famiglia, è un dolore che si rinnova ogni volta che si verificano attentati contro i nostri militari o incidenti che li vedono coinvolti. Mio padre ha combattuto il terrorismo islamico con coraggio. Resta per noi un grande uomo che, dinnanzi alla morte annunciata, con dedizione e coraggio ha onorato la divisa che indossava, donando, senza alcuna esitazione, il bene più grande: la sua vita".

Le parole di Zanotelli arrivano proprio nel giorno in cui ricorre il sedicesimo anno dalla strage, nella quale, oltre a Intravaia, rimasero uccisi altri 16 membri delle forze dell'ordine, tra carabinieri e militari dell'esercito, e due civili.

Commenti