Cronache

Firenze, il racconto delle americane: "Erano gentili, poi lo stupro"

Il racconto delle due americane che accusano due carabinieri di Firenze: "Terribile: troppa paura persino per urlare"

Firenze, il racconto delle americane: "Erano gentili, poi lo stupro"

"Avevamo troppa paura persino per urlare". Lo raccontano le due 20enni statunitensi che giovedì mattina si sono presentate in questura per denunciare lo stupro da parte di due carabinieri, che avrebbero abusato di loro mentre erano in servizio.

La serata viene ricostruita dal Corriere. Tutto è iniziato intorno alle 2,30 di notte, daanti alla discoteca Flo di piazzale Michelangelo. Hanno bevuto, una delle due ha anche fumato una canna. Provano a chiamare un taxi, ma una gazzella dei carabinieri le avvicina. "Sono due militari in divisa", raccontano, "Ci dicono che se vogliamo possono darci un passaggio". Si fidano: "Quei carabinieri non sono sconosciuti, sono friends, amici", spiegano, ricordando che appena arrivate in Italia avevano partecipato a un incontro in questura in cui la polizia le aveva messe in guardia dal camminare da sole di notte e di non fare l'autostop a sconosciuti.

Il racconto al poliziotto e alle psicologhe continua. I quattro arrivano nel centro storico dove le ragazze abitano insieme ad altre studentesse: "Sono gentili", raccontano, "Arriviamo a casa, i carabinieri parcheggiano l’auto e si offrono di accompagnarci sino a casa".

Che i due militari siano scesi dall'auto è confermato: alla centrale operativa hanno detto che dovevano effettuare un controllo. E le telecamere di sicurezza in zona confermano che la gazzella è rimasta parcheggiata per 23 minuti.

A questo punto il racconto si fa un più drammatico e confuso. I quattro sono entrati nella palazzina, con i militari che sostenevano le giovani. Le due si dividono. La ragazza che aveva bevuto di più ha deciso di prendere l'ascensore: "L’uomo in divisa entra con me e quando la porta si chiude mi violenta. Si avvicina, mi mette le mani addosso, è un rapporto completo, che subisco perché non ho la forza di reagire. Non riesco a gridare, non chiedo aiuto. Dura pochi minuti. Terribili". L'altra imbocca invece le scale, sempre sorretta dal carabiniere. Ricorda di essersi fermata appoggiandosi al muro: "E lui mi stupra".

Poco dopo le giovani sono rientrate in casa, da sole. Sulle scale e sull'ascensore restano le tracce biologiche che confermerebbero i rapporti. "Le nostre amiche capiscono subito il dramma. Ci chiedono spiegazioni. Le rispondiamo in lacrime che ci hanno violentato, sono stati i carabinieri", raccontano ancora le studentesse.

A chiamare la polizia è quindi un'altra delle inquiline dell'appartamento, dando inizio alla procedura che porterà all'indagine sui due militari.

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