Cronache

Foggia, fermata banda stranieri: costringevano ragazze a prostituirsi

Arrivate in Italia con la speranza di trovare un lavoro, venivano costrette a prostituirsi e torturate se osavano ribellarsi. Picchiato anche un bimbo di 4 anni

Foggia, fermata banda stranieri: costringevano ragazze a prostituirsi

Sono finiti in manette in provincia di Foggia tre criminali dell'Est Europa accusati di aver introdotto in Italia e costretto con la forza a prostituirsi un nutrito numero di donne, ora libere grazie all'intervento delle forze dell'ordine, che da tempo stavano indagando sul losco giro.

L'associazione a delinquere costituita dai tre stranieri, secondo quanto riferito dagli inquirenti, aveva base a Marina di Lesina, frazione di Lesina (Foggia). Qui Donko Georgiev e Andrey Krastev, entrambi di nazionalità bulgara, ed Iwona Barbara Gebska, una donna polacca, portavano le ragazze, attirate con l'inganno dai loro Paesi di origine.

Convinte di trovare lavoro una volta arrivate in Italia, le giovani, prevalentemente provenienti dalla Bulgaria, finivano in trappola. Sottoposte ad ogni genere di violenza fisica e psicologica, erano costrette a vendere il corpo per i loro nuovi padroni.

Gli agenti della squadra mobile della questura di Foggia, che si sono occupati di effettuare le indagini con la collaborazione degli uomini del commissariato di San Severo e della Sezione Polizia Stradale di Campobasso ed il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Bari, sono venuti a conoscenza di torture e violenze di ogni genere.

Oltre alla costante minaccia di ripercussioni nei confronti delle loro famiglie, le ragazze erano costantemente sottoposte a punizioni corporali. I loro aguzzini erano soliti ricorrere all'uso di corde o di cavi elettrici per picchiarle.

Costrette in una costante condizione di paura e sottomissione, le giovani straniere dovevano quindi prostituirsi sotto lo stretto controllo di Gebska, oppure di Krastev, che le portavano sulla statale 16, luogo di incontro con i clienti. I lauti guadagni, finivano invece nelle tasche di Donko, principale reclutatore di nuove schiave in Bulgaria.

Qualcuna delle ragazze, tuttavia, non ha mantenuto il silenzio imposto dagli aguzzini, ed ha chiesto aiuto ad alcuni clienti nella speranza di uscire da quell'inferno.

Le testimonianze delle vittime, così come l'accurato lavoro di indagine condotto dagli inquirenti, che ha permesso di raccogliere numerose prove grazie all'utilizzo di sofisticate apparecchiature di monitoraggio, hanno portato all'incriminazione ed all'arresto dei responsabili.

Durante la giornata dello scorso sabato 21 dicembre sono stati effettuati i fermi.

Sono almeno dieci le ragazze liberate. Fra loro anche un bimbo di soli 4 anni, figlio di una delle giovani. Il piccolo veniva tenuto in ostaggio dalla banda criminale, che non esitava a picchiarlo per ricattare la madre.

Accusati dei reati di associazione a delinquere finalizzata alla tratta, riduzione e mantenimento in schiavitù, Donko Georgiev e Andrey Krastev sono stati condotti dietro le sbarre del carcere, mentre Iwona Barbara Gebska si trova attualmente agli arresti domiciliari, come disposto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Foggia.

Commenti