Cronache

Orrore a Foggia: ecco casolare-prigione delle prostitute

A San Severo le ragazze erano chiuse in celle. Se non guadagnavano almeno cento euro al giorno venivano picchiate con una mazza

Orrore a Foggia: ecco casolare-prigione delle prostitute

"Se non porti 100 euro al giorno, vieni picchiata con le mazze". Erano dieci le ragazze bulgare segregate in un casolare nelle campagne di San Severo, in provincia di Foggia, perché si prostituissero. A darne notizia è il quotidiano regionale "La Gazzetta del Mezzogiorno".

In manette sono finite sei persone, un italiano di 73 anni, proprietario del casolare e cinque cittadini bulgari. Su di loro pende l'accusa di induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, oltre al reato di riduzione in schiavitù ancora al vaglio dell’autorità giudiziaria.

La costruzione era completamente recintata dal filo spinato. E' da chiarire se probabilmente questo non fosse un mezzo per evitare alle donne di scappare.

All'interno dell'area vi erano delle baracche che fungevano da camere da letto dove le vittime erano costrette a prostituirsi e da dove non potevano allontanarsi. Vivevano in una condizione di prigionia in questi locali che davano più l'idea di cella di pochi metri quadri. Secondo quanto si legge sul quotidiano regionale nelle "camerette" c'erano solo una lampadina e una stufa. Erano prive persino di finestre, per impedire ovviamente la fuga. Le indagini, portate avanti dai carabinieri, sono iniziate dopo la denuncia di una ventenne, anche lei di origine bulgara. La giovane si era recata dai militari grazie al passaggio di un cliente. Ha raccontato la sua storia e quella delle sue amiche che venivano tratte in inganno per poi essere avviate alla prostituzione lungo le strade. Lei, come probabilmente tante, era stata contattata da un suo connazionale mentre era in Romania. Le aveva proposto un lavoro onesto come collaboratrice domestica in Italia che aveva accettato. Una volta in Italia, l'amara scoperta del raggiro: il suo corpo è diventato merce; le sono stati tolti documenti e cellulare, è stata minacciata e picchiata.

Costretta a prostituirsi insieme ad altre nel casolare - lager come è stato definito, dove venivano picchiate anche con una mazza se non raggiungevano almeno cento euro di guadagno giornaliero.

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