Cronache

Foggia, ucciso mentre gioca alle slot machine

Torna la guerra tra clan a Foggia. Un pregiudicato è stato freddato da almeno tre sicari in un bar alla periferia della città

Foggia, ucciso mentre gioca alle slot machine

Foggia - Stando a quanto affermano gli agenti della squadra mobile del capoluogo della Capitanata, sarebbero almeno tre i sicari che nel pomeriggio di giovedì 15 novembre hanno fatto irruzione in un bar, uccidendo a sangue freddo Rodolfo Bruno. L'uomo, un 39enne pregiudicato e ritenuto vicino al clan Moretti-Pellegrino-Lanza, è stato freddato con due fucili calibro 12 - marchio di fabbrica della malavita sul Gargano - e con una pistola 9x21 nel bar dell'Agip che si trova lungo la statale 673, alla periferia della città.

Gli inquirenti sospettano che l'omicidio sia espressione della storica rivalità contro il clan Sinesi-Francavilla, anche se non si escludono piste alternative. Già nell'ottobre 2016 si presentò nel bar H24 di via San Severo a Foggia il sammarchese Patrizio Villani, incaricato dallo stesso gruppo mafioso di uccidere Roberto Tizzano e Roberto Bruno. Morì soltanto il primo dei due, il killer, invece, venne arrestato e condannato a 30 anni di carcere.

Sono già stati effettuati due esami dello stub a pregiudicati locali che, secondo indiscrezioni varie, apparterrebbero al clan criminale opposto a quello della vittima. Quest'ultima, come accertato dalla polizia che ha rinvenuto sei cartucce e due bossoli delle armi utilizzate, è stata colpita in più parti del corpo - testa, addome e schiena - mentre giocava alle slot machine. Nell'area di servizio erano presenti solo i tre titolari del bar che, però, non hanno saputo fornire utili elementi investigativi. A tal fine, gli uomini dell'arma hanno visualizzato i filmati delle telecamere di sicurezza presenti in zona e hanno interrogato una decina di persone tra familiari e conoscenti del 39enne.

Rodolfo Bruno era stato coinvolto nel 2016 in un'inchiesta della polizia, in quanto accusato, assieme ad altre persone, di far parte di una organizzazione criminale che aveva tentato di estorcere denaro ai danni dei titolari di un autoparco.

Il padre fu ucciso a Foggia il 28 novembre del 1990 e un fratello della vittima, Raffaele Bruno, è diventato collaboratore di giustizia.

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