Cronache

Con "Fullback" la scena del crimine diventa digitale

Arriva il nuovo veicolo della Polizia Scientifica che trasforma le scena del crimine in un teatro virtuale

Con "Fullback" la scena del crimine diventa digitale

Fiammante, professionale e ipertecnologico, in una parola: “Fullback”. Ovvero il nuovo veicolo specializzato nato dalla partnership tra la Polizia di Stato e il marchio Fiat Professional. Un gioiellino che sembra uscito da un poliziesco americano e che calcherà le scene del crimine più complesse, aiutando i detective nella risoluzione dei casi e segnando un punto di rottura con il vecchio modo di fare indagine.

Il primo della “flotta” (15 pick-up in tutto) è stato presentato ieri, nel locale “La Lanterna”, nel cuore della Capitale, alla presenza del capo della Polizia, Franco Gabrielli, del prefetto Vittorio Rizzi e del chief operating officer della Regione EMEA di FCA, Alfredo Altavilla. “Un incontro di due eccellenze italiane”, ha spiegato Gabrielli, ma anche “il primo tentativo del settore pubblico di utilizzare in maniera sapiente e trasparente il settore privato”. “Noi - ha aggiunto - mettiamo sul mercato il valore del nostro brand e, in maniera trasparente, chi dispone di tecnologia all’avanguardia, ne fa uso. Con un ritorno per entrambi”. “Siamo orgogliosi”, ha commentato Altavilla, di “continuare a collaborare con le istituzioni”.

Ma cosa cambia? “Fullback non è solo un mezzo che conduce sulla scena del crimine - ha puntualizzato Rizzi - ma un percorso che la scientifica sta facendo dall’era analogica a quella digitale”. Arriva anche in Italia il “sopralluogo 2.0”. “Prima di Fullback - spiega il commissario capo Magica Palmisano - gli operatori dovevano raccogliere tutta la strumentazione in ufficio, caricarla su una macchina qualsiasi ed arrivare sul posto, con questo mezzo invece siamo immediatamente pronti ad uscire ed affrontare sopralluoghi complessi”.

All’interno del fuoristrada c’è spazio per tutto. Scrupolosamente suddivisi nelle scaffalature, scorrendo i ripiani, troviamo i kit necessari ai rilievi biologici, chimici, fisici e dattiloscopici. C’è il sistema Mercurio per la consultazione delle banche dati, un contenitore frigo per garantire la catena di custodia dei reperti, un gazebo per proteggere l’integrità della scena del crimine. E ancora la radio Selex, i dispositivi supplementari di emergenza e un potente faro orientabile. Ma l’innovazione più significativa è quella che riguarda la tecnologia LTE. Prosegue Palmisano: “Questa per noi è una nuova era, il mezzo è anche dotato di un sistema di trasmissione immagini in diretta, potremo addirittura trasmettere nelle nostre centrali operative quello che accade sul posto”. La “nuova scena del crimine” diventa virtuale, non più “da destra verso sinistra e dal basso verso l’altro” ma “dal tutto verso il tutto”.

La riproduzione di un teatro virtuale, come in un videogame di ultimissima generazione, e la possibilità di “immergersi” in tempo reale nella scena del crimine non allontandosi dalla propria scrivania.

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