Cronache

Così sette stranieri prendevano il reddito grillino senza averne il diritto

Hanno percepito il reddito di cittadinanza per oltre 23mila euro complessivi, ma non ne avrebbero avuto diritto in quanto non residenti in Italia per un periodo minimo di dieci anni

Una card sulla quale viene accreditato il reddito di cittadinanza
Una card sulla quale viene accreditato il reddito di cittadinanza

Percepivano da tempo il reddito di cittadinanza, pur non avendone diritto. Il motivo? Non risiedevano in Italia da almeno un decennio, quindi secondo la normativa vigente non avrebbero nemmeno potuto inoltrare la domanda (in quanto sarebbe stata certamente respinta). Questo, almeno, in linea teorica. Perché sul piano pratico, non solo la loro richiesta è stata accettata, ma secondo gli inquirenti sarebbero riusciti a percepire indebitamente oltre 23mila euro complessivi.

Per queste ragioni, ad esser stati deferiti in stato di libertà sono stati sette cittadini stranieri, residenti nelle province di Lucca (si parla della cittadina di Massarosa e di Borgo a Mozzano, oltre al capoluogo di provincia) ed Agrigento di età compresa fra i ventiquattro e i cinquantaquattro anni. Un'operazione di controllo avviata dai carabinieri di Borgo a Mozzano (espansasi ben presto dalla Toscana alla Sicilia) rientrante nell'ottica dei controlli di routine a campione per assicurarsi che i beneficiari del sussidio abbiano effettivamente tutti i requisiti per poterne beneficiare (anche alla luce della "stretta" annunciata già lo scorso anno dal premier Mario Draghi).

L’analisi è stata effettuata incrociando i dati acquisiti dall’Inps con quelli rilevati dalle banche dati in uso alle forze di polizia. E alla fine ha consentito di verificare in particolare nei confronti dei sette "furbetti" la mancanza del requisito obbligatorio della residenza sul territorio italiano per un arco temporale minimo di almeno dieci anni (dei quali gli ultimi due in modo continuativo) ed antecedente alla data di presentazione della domanda. In buona sostanza, i sette vivrebbero sì in Italia, ma la loro permanenza risulterebbe ben inferiore al periodo richiesto dalla legge per ottenere il sussidio. Il sospetto dei militari (da confermare nei prossimi giorni) è che alcuni di loro avessero fatto ritorno nella Penisola (dopo essersi trasferiti all'esterno) più o meno in contemporanea con l'istituzione del sussidio, nato nel 2018.

Per quel che concerne invece la cifra indebitamente percepita attraverso gli assegni mensili, in base a quanto ricostruito dagli investigatori il totale ammonta a 23.400 euro. Tutti e sette sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Lucca per la violazione dell’ipotesi di reato prevista dall’articolo 7 del decreto Legge 4/2019, che sanziona con la reclusione da due a sei anni chiunque percepisca indebitamente tale beneficio mediante presentazione di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere. L’erogazione del reddito di cittadinanza è intanto stata già sospesa dal competente ufficio dell’Inps.

In attesa di ulteriori accertamenti.

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