Cronache

Il futuro del M5S orfano del suo guru

Con la morte di Gianroberto Casaleggio i Cinque Stelle si ritrovano senza una guida. Ma con una road map già tracciata

Il futuro del M5S orfano del suo guru

Da quando questa mattina si è diffusa la notiza della morte di Gianroberto Casaleggio una domanda serpeggia tra attivisti e non: cosa succederà al Movimento 5 Stelle senza il "padre-padrone" che per primo aveva intuito la necessità di fondare una forza politica (anzi, non politica) di rottura rispetto al panorama tradizionale?

Il non partito di Beppe Grillo si trova ora davanti a una sfida non facile e probabilmente non prevista: quella di ripartire senza la guida del cofondatore, senza colui che veniva considerato dentro e fuori dal M5S come il "burattinaio" del movimento. Casaleggio non era solo questo, ma di certo era colui che in qualche modo aveva una visione complessiva della sua creatura, che ora dovrà confrontarsi con un leader, Beppe Grillo, che cerca di metterci sempre meno la faccia - e il nome -, e una serie di personaggi emergenti, come i membri del direttorio, che hanno sempre più peso anche nel sistema politico italiano.

Così da una parte c'è la Casaleggio Associati, che deve continuare senza il suo visionario fondatore a diffondere la cultura del web e a fare affari con aziende, banche d'affari e multinazionali a cui fa consulenza. Dall'altra c'è un movimento politico che da tempo vede troppe incongruenze e insofferenze al proprio interno, tra mal di pancia, scomuniche, espulsioni e fuoriuscite che minano la sua unità alla base. E che la scomparsa di una delle due guide rischia di destabilizzare.

Nel primo caso l'azienda può contare su Davide Casaleggio, da tempo già sulle orme di papà Gianroberto. Ma è difficile che possa prendere il suo posto nel M5S, per quanto alla Casaleggio Associati fanno capo il blog di Beppe Grillo, quelli dei gruppi parlamentari e il sistema operativo che permette di votare le leggi e le proposte a Cinque Stelle.

L'ipotesi che va per la maggiore è che sempre più la linea politica passi nelle mani del Direttorio e in particolare nelle tre "teste di punta" Alessandro Di Battista, Roberto Fico e Luigi Di Maio, con il rischio che i malumori già emersi finora vengano persino esacerbati da chi teme che la regola dell'uno vale uno sia già bella che dimenticata.

Sembra comunque che con l'aggravarsi della sua condizione, esattamente un mese fa lo stesso Casaleggio abbia tracciato una road map che permetta al M5S di sopravvivere alla scossa. Una tabella di marcia per i prossimi 10 mesi per arrivare pronti alle elezioni politiche che - assicurava il guru - avverranno entro la fine dell'anno e che parte dalla "conquista" di Roma fino alla candidatura di Di Maio a premier. Di una sorta di testamento fatto di appunti, indicazioni e scadenze parlano anche alcune fonti interne al M5S: "Gianroberto era un visionario nel senso che riusciva a capire prima il futuro", spiegano i fedelissimi, "Era consapevole delle condizioni di salute ed aveva pianificato cosa sarebbe accaduto quando lui non ci sarebbe stato più.

Pianificava tutto, sempre".

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