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Il capo della polizia Gabrielli a Saviano: "Da lui accuse ingiuste e false"

Il capo della polizia Franco Gabrielli: "Salvini ha sempre rispettato la legge"

Il capo della polizia Gabrielli a Saviano: "Da lui accuse ingiuste e false"

“Noi siamo la polizia di Stato, non una polizia privata al servizio di questo o quel ministro”. Lo ha affermato il capo della polizia Franco Gabrielli in una intervista al Corriere della Sera rispondendo, così, in modo diretto a quanti, come Saviano, accusano le forze dell’ordine di essere divenuti una sorta di servizio d’ordine di un partito o di Salvini.

Gabrielli è consapevole che l’Italia stia attraversando un periodo particolare, fatto di tensioni politiche e sociali accentuante dalle imminenti elezioni europee che potrebbero lasciare strascichi nel governo. Per questo “credo sia interesse di tutti non contribuire ad alimentarle, né coinvolgere nelle dispute quotidiane istituzioni di garanzia come la nostra, tirandole da una parte o dall’altra”.

Il capo della polizia ha tenuto a precisare poi che quanto accaduto a Salerno (lo striscione contro la Lega rimosso da agenti, ndr) non è un caso unico. Già in passato, infatti, si sono verificati episodi in cui sono stati tolti striscioni o simboli che potevano provocare turbative durante le manifestazioni perché esiste una norma posta a garanzia del loro svolgimento senza provocazioni.

Ciò non significa, però, zittire il dissenso. Infatti, fa notare Gabrielli, “in questi giorni non c’è comizio di Salvini senza contestazioni, e non mi risulta si sia impedito di manifestare”. Nel caso del cellulare sequestrato alla ragazza che s’è ripresa con il ministro mentre lo apostrofava sui terroni la situazione è diversa. Il capo della polizia, dopo aver visionato il video, ha dato disposizione al questore e all’ufficio ispettivo di avviare accertamenti, attivando una procedura disciplinare in quanto potrebbero esserci profili di illiceità nel comportamento degli agenti. Però, sottolinea, aspettiamo l’esito delle indagini prima di fare una valutazione.

Gabrielli non ha timori di dire la sua sulle pesanti dichiarazioni di Saviano che, nei giorni, scorsi, ha attaccato la polizia perché ridotta ad una sorta di servizio d’ordine di un partito.

“Si è trattato di accuse ingiuste e ingenerose, perché coinvolgono la polizia in una polemica politica che non ci appartiene- ha affermato Gabrielli – “Io come vertice di questa amministrazione posso provare fastidio e preoccupazione quando il ministro dell’Interno viene definito “ministro della Malavita”, ma non mi sono mai permesso di interloquire”.

Se però la mia amministrazione viene chiamata in causa con affermazioni false”, ha inoltre dichiarato il capo della polizia “ho il dovere, oltre che il diritto, di reagire e di chiedere rispetto”.

Gabrielli, con orgoglio, precisa di essere un servitore dello Stato e che,per questo, lavora nell’interesse dei cittadini. “Ricevo le direttive del governo, sono sottoposto alla legge... In undici mesi di permanenza del ministro Salvini al Viminale, non ho mai avuto da lui indicazioni contrarie a questi principi. E le direttive ricevute sono tutte contenute in documenti pubblici, espliciti, ricorribili davanti alla giustizia amministrativa”.

Il capo della polizia ha voluto sottolineare con forza che il ministro non ha mai chiesto nulla di contrario alla legge. In caso contrario, il dovere sarebbe quello di rassegnare immediatamente le dimissioni.

Anche sulle continue polemiche in merito alle divise utilizzate da Salvini, Gabrielli è stato molto chiaro affermando che sono solo attacchi pretestuosi perché il ministro non ha bisogno di indossarle per dimostrare a tutti di essere l’autorità politica nazionale di pubblica sicurezza.

Lo stesso capo della polizia, però si dice preoccupato per il clima di scontro che si respira in Italia. “Credo che anche nelle valutazioni di quello che accade dovremmo mantenere le giuste proporzioni, ma detto ciò io sono sempre preoccupato. Soprattutto in prospettiva, considerando le dinamiche economiche e lavorative a cui potremmo andare incontro”.

“Sono perfettamente consapevole di segnali inquietanti di nuove forme di razzismo e xenofobia, l’antisemitismo di ritorno, rigurgiti di neofascismo che vanno monitorati con attenzione e repressi quando ci sono gli estremi”, ha dichiarato Gabrielli.

Quest’ultimo ha ammesso che “oggi la criminalità organizzata sia la priorità che questo Paese si trova a dover affrontare sul piano della sicurezza”.

Da nord a sud i problemi ci sono, magari anche lì dove non avvengono episodi eclatanti che attirano l’attenzione dell’opinione pubblica ma la polizia fa “il possibile nei limiti e nella limitatezza dei mezzi a disposizione”.

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