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Gay, Senato, Rai... Ma nessuno pensa all'Italia reale

Perché dovremmo andare a votare se quelli si occupano per mesi e mesi di etero e gay? Perché dovremmo essere cittadini modello se a sera dobbiamo avere paura a tornare a casa?

Gay, Senato, Rai... Ma nessuno pensa all'Italia reale

C'è la riforma del Senato da completare, ci sono le unioni omosessuali da sistemare, c'è la riorganizzazione della Rai da avviare e ci sono tutte quelle altre cose di cui ogni sera sentiamo parlare nei telegiornali. Poi c'è il paese reale, che è altra cosa. Ieri mi è capitato di curiosare nel sito di un quotidiano locale, La Provincia di Como, che in passato ho diretto e che ogni giorno racconta la «vita reale» di una delle zone più benestanti e civili d'Italia, famosa per il suo lago e per l'operosità dei suoi tanti piccoli e medi imprenditori del tessile e no. Con il mouse ho fatto scorrere su e giù la schermata più e più volte perché non volevo credere ai miei occhi. Stavo leggendo un bollettino di guerra. Ecco un elenco (incompleto) dei titoli delle notizie del giorno: «Un'ora e mezzo con i rapinatori in casa: ho visto la morte in faccia», «Picchiato dai ladri con una spranga», «Emergenza furti a Tavernerio, il sindaco chiede l'esercito», «Ladri in villa, botte ai custodi», «La refurtiva recuperata restituita al proprietario», «Colpo notturno, maxi bottino in edicola», «Ladri a San Fedele, rubano anche alle associazioni», «Ladri fuori dal cimitero, scatta l'allarme».Non credo che a Como si sia data appuntamento tutta la delinquenza presente nel paese per un'esercitazione sul campo. Purtroppo quello che succede a Como è esattamente ciò che sta avvenendo in tutte le piccole e medie città d'Italia, un tempo non lontano - guarda caso prima che l'invasione di clandestini diventasse cronica - oasi di pace o quasi. Quando i politici si interrogano sull'assenteismo alle urne, quando si domandano perché crescono i partiti della protesta, quando Renzi si tormenta perché nonostante la mancia degli ottanta euro il gradimento nei suoi confronti sta precipitando, ecco, io consiglio la lettura quotidiana della Provincia e delle altre decine di quotidiani locali. La risposta è lì ed è che ci hanno lasciati soli e indifesi, che se poi uno ci prova a reagire rischia pure di finire nei guai.

La sicurezza, per sé e per la propria famiglia, dovrebbe essere un diritto assoluto invece è un diritto tradito. Ma perché dobbiamo pagare le tasse se ci chiudono le stazioni dei carabinieri (nel migliore dei casi, a differenza dei ladri, fanno orario di ufficio) perché dovremmo andare a votare se quelli si occupano per mesi e mesi di etero e gay, insomma perché dovremmo essere cittadini modello se a sera dobbiamo avere paura a tornare a casa?

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