Ponte crollato a Genova

Genova, il pilone rimasto in piedi rischia di crollare sulle case

Un pilone si sta inclinando. Il sindaco Bucci: "C'è il rischio che le case debbano essere abbattute". E I vigili del fuoco interrompono le operazioni di recupero

Genova, il pilone rimasto in piedi rischia di crollare sulle case

"Ho seri dubbi che le case sotto il ponte possano essere mantenute". A lanciare l'allarme è proprio il sindaco di Genova Marco Bucci arrivando in Prefettura per fare il punto sulle misure di sicurezza da adottare dopo il drammatico crollo di Ponte Morandi sull'autostrada A10 (guarda il video). "Quelle case non si possono salvare perché sono sotto un ponte che ha buone possibilità di essere abbattuto, ma avremo cura degli sfollati che è la priorità numero uno". I timori del primo cittadino di Genova sono stati, poi, confermati a Repubblica dai vigili del fuoco e dalla polizia locale che operano a piedi del viadotto che è crollato ieri. Il pilone rimasto miracolosamente in piedi potrebbe, infatti, venir giù da un momento all'altro.

Il rischio che le case che si trovano sotto il viadotto dell'autostrada A10 vengano abbattute è concreto. "Stiamo già lavorando per dare una casa a 311 famiglie - assicura Bucci -faremo un budget ad hoc". Il temore del sindaco di Genova, però, è che "per un lungo periodo queste persone non potranno entrare nella loro casa". Questa mattina, come riferisce Repubblica, i vigili del fuoco e la polizia locale hanno messo in guardia i residenti di via Fillak che stavano recuperando alcuni oggetti di prima necessità dalle abitazioni da cui ieri sono stati sfollati (guarda il video). Il pilone, che dopo il crollo è rimasto miracolosamente in piedi (guarda il video) si sarebbe inclinato minacciando di venir giù da un momento all'altro. Per questo motivo, dopo un consulto con la Prefettura, è stato deciso di interrompere tutte le operazioni di recupero negli appartamenti che si trovano sotto il viadotto della A10.

Anche le operazioni per trovare i dispersi non continuano in tutta l'area. Nella zona di via Campi gli scavi sono stati sospesi per un'ora abbondante. È una corsa contro il tempo. Ma più passano più le speranze si fanno esigue. "Dalle macerie del ponte Morandi non arriva alcuna voce. Non si sentono voci di sopravvissuti, anche se questo non esclude che possano esserci", ha detto il capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, Bruno Frattasi, al termine di un sopralluogo dove si sta ancora scavando. Man mano che si arriva alle vetture sotto le macerie si cerca, attraverso le targhe ed altro, di arrivare alle persone. "Poi - spiega Frattasi - faremo il confronto con l'elenco dei dispersi in possesso della Prefettura". Nel vedere dal vivo gli effetti del crollo il prefetto avuto un'"impressione tremenda". Almomento stanno lavorando 300 vigili del fuoco, con l'impiego di elicotteri, droni, autori e attrezzature capaci di rompere i blocchi e le travi di cemento.

Per Frattasi ci vorrà comunque una decina di giorni per liberare l'intera area: "È una città ferita da questa sciagura".

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