Cronache

Giù le mani dalle feste delle mamme e dei papà

Giù le mani dalle feste delle mamme e dei papà

La democrazia non esiste più. Lo stiamo vedendo nel teatrino della politica odierna, dove, senza alcun pudore, si tentano accordi infischiandosene apertamente del voto di milioni di cittadini. Lo vediamo ogni volta che in nome delle cosiddette discriminazioni positive alcune minoranze, che si ritengono svantaggiate, ottengono modifiche di legge e diritti sempre più estesi che negano quelli altrui. E allora ecco che il crocifisso - che offenderebbe gli alunni di altre religioni e gli atei - sparisce dalle scuole. Ecco che madre e padre diventano genitore 1 e genitore 2, in perenne competizione, si fa per dire, per il primo posto. Genitori e basta. Senza tener conto che i bambini, appena articolano le prime parole, non dicono «g g», dicono «ma ma», e poi «pa pa», che non sta solo per pappa. Delle teorie freudiane ce ne freghiamo del tutto, nonostante sia ormai assodata l'influenza del complesso di Edipo nel costruire uomini, e pure donne, con seri problemi mentali. Influenza che non svanisce anche in assenza obbligata di un genitore biologico, sostituito, in barba alla natura, con quello di un altro sesso. Anzi, è proprio quell'assenza ad agire, a volte, irrimediabilmente. E se proprio dobbiamo prendercela con le parole, sino ad arrivare all'assurda richiesta di chiamare matria la patria - per fortuna senza seguito - allora neanche il termine genitore va bene, perché una coppia Lgbt può esserlo solo per metà e per niente. Ma chissenefrega.

A Torino due donne che hanno concepito grazie alla fecondazione eterologa - hanno ottenuto la doppia maternità. A Roma è toccato a due uomini, padri grazie alla gestazione per altri. La donna, liberata dalla procreazione obbligata dalla cultura patriarcale, è diventata, per scelta, un mero contenitore che sforna figli da vendere come se fossero telefonini. Bel progresso! Contente loro contenti tutti, con le minoranze si può essere d'accordo oppure no. Quello che non è accettabile, che va condannato e combattuto, è la dittatura della minoranza che impone a tutti gli altri le proprie scelte. Com'è accaduto a Roma, dove si è deciso di eliminare due feste ricche di significato per ogni comune mortale: quella della mamma e quella del papà, che tutti i bambini nati come natura comanda vorrebbero festeggiare. L'asilo aveva proposto alla coppia gay che ha fatto la richiesta la scelta di partecipazione facoltativa. L'hanno rifiutata. Non solo: il 19 marzo c'è stata la festa del papà, perché il provvedimento è stato preso proprio adesso che si sta avvicinando quella della mamma? Il motivo va oltre la presunta discriminazione? C'è chi pensa che in questi casi il fine sia egoistico e attinente a motivazioni interiori che hanno a che fare con l'invidia. Invidia per ciò che de facto e per natura, per quanto triste possa essere, due uomini in coppia non potranno mai essere: una madre. Una madre che, insieme al padre, la maggioranza degli italiani, di cui fanno parte pure molte persone Lgbt altrettanto incazzate, vogliono continuare a festeggiare.

Anche in nome della democrazia.

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