Cronache

Giani, qull'ex maresciallo che per ben vent'anni ha protetto tre Pontefici

Ecco chi era Domenica Giani, il comandante della Gendarmeria del Veticano, che si è dimesso ieri

Giani, qull'ex maresciallo  che per ben vent'anni ha protetto tre Pontefici

Domenico Giani esce di scena. Il comandante della Gendarmeria del Vaticano, ieri, ha rassegnato le dimissioni, dopo 20 anni di servizio. Si conclude, così, un ciclo.

Nato nel 1962 ad Arezzo, Giani è un ex maresciallo della guardia di finanza e, dopo 17 anni di servizio, viene promosso al grado di tenente. E solamente un anno dopo è già in Vaticano, al fianco dell'allora comandante della Gendarmeria, Camillo Cibin, che mantenne l'incarico per 30 anni.

Giani arrivò in Vaticano nel 1998. Si racconta, secondo quanto riporta la Stampa, che entrà nella Gendarmeria grazie all'influenza di monsignor Roberto Carraro, presule di Arezzo, che lo raccomandò a Papa Giovanni Paolo II. Per i primi 5 anni, però, Giani mantiene anche la sua vita precedente: è semplicemente distaccato presso lo Stato di Città del Vaticano, tanto che lì venne anche promosso al grado di capitano.

Poi, nel 2004, chiede di essere congedato, quando capisce che di lì a breve sarebbe subentrato al comandante Cibin, che sarebbe andato in pensione. Nel frattempo, Giani riforma il corpo di soveglianza, che diventa l'attuale Gendarmeria e assume sempre più potere, provvedendo a compiti di polizia e servizi segreti. Diventa così l'organo designato alla protezione del Papa, prerogativa prima concessa solamente alla Guardia Svizzera. La Gendarmeria diventa poi anche organo di polizia giudiziaria, che indaga sugli affari interni del Vaticano.

Il comandante della Gendarmeria diventa anche responsabile della sicurezza del Santo Padre all'estero. Domenico Giani seguirà ben 70 viaggi, di tre diversi Pontefici, incontrando i capi dei servizi segreti di mezzo mondo. Per vigilare meglio sull'incolumità del Papa, mette a punto una sala di intercettazioni e monitora la posta elettronica e i siti vaticani. Sembrava che nulla potesse sfuggire al suo controllo.

Eppure la "talpa" che ha reso pubbliche notizie riservate, circa presunti finanziamenti sospetti all'estero, non sarebbe ancora stata individuata e per quella mancata vigilanza ad andarci di mezzo è stato proprio il comandante Giani, che ieri si è dimesso dal suo incarico.

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