Cronache

Giovannino, Alena Seredova conosce il piccolo: "Appena nata, pensavano avessi l'ittiosi anch'io"

La modella, da tempo testimonial di una onlus che collabora con l'ospedale dov'è nato il piccolo, ha raccontato di aver avuto un problema simile, poi tutto cambiò. E sui genitori del neonato dice: "Dev'essere stato difficile. Non li giudico"

Giovannino, Alena Seredova conosce il piccolo: "Appena nata, pensavano avessi l'ittiosi anch'io"

Giovannino è nato ad agosto, all'ospedale Sant'Anna di Torino, con una malattia rara: l'ittiosi Arlecchino. Così i genitori del piccolo, appena dopo il parto, probabilmente sopraffatti dalla notizia della patologia rara che aveva colpito il figlio, non ce l'hanno fatta e lo hanno abbandonato nella struttura sanitaria piemontese. Lasciandolo solo, di fatto. Ma, soprattutto, lasciando che altri potessero occuparsi di lui. A poche ore dalla diffusione della notizia, Alena Seredova ha fatto sapere di conoscere il bambino (lo ha tenuto in braccio in ospedale) e la sua malattia, per motivi personali. La modella, che vive nel capoluogo piemontese da quando vi si trasferì con l'ex marito, Gigi Buffon, frequenta spesso il reparto di terapia intensiva infantile dell'ospedale, perché dal 2005 è testimonial della onlus "Crescere Insieme al Sant'Anna", prima come volontaria nella vendita di fiori e poi, dopo la nascita dei suoi due figli, sempre più attivamente.

"Appena nata, pensavano avessi l'ittiosi anche io"

Al Corriere della Sera, la celebre indossatrice ha raccontato di aver visto Giovannino, la prima volta, a settembre. E la malattia di quel bambino le ha ricordato ciò che i genitori le avevano raccontato dopo la sua nascita: "A Praga, i medici pensavano che avessi l'ittiosi anche io. Papà ricorda sempre che, quando mi vide nella culla dell'ospedale, tutta coperta di squame, fece un balzo all'indietro per lo spavento, poi comincio a piangere". La modella ha infatti spiegato che, appena venuta al mondo la sua pelle era molto secca, come rivestita "da una corazza ruvida e irregolare" e i medici ai suoi parlarono della stessa malattia rara che ha colpito Giovannino, per la quale attualmente non si conosce una cura. "Io, invece, ero solo nata con la pelle molto asciutta, perché ero stata troppo in pancia: 42 settimane, bella comoda", ha spiegato Seredova.

Ungere la pelle che tira

La showgirl ha spiegato che per curarla, i medici la medicarono ungendola per una settimana intera, immergendola in una bacinella di olio emolliente, per dare sollievo alla pelle che tira. La stessa cosa che stanno facendo con Giovannino. "Dissero a mia madre che sarei sempre stata male, che non avrei potuto prendere il sole", ha spiegato la modella. Che ha poi aggiunto: "Poi, la mia pelle fece la muta, come quella di un serpente e non ho mai avuto problemi cutanei di alcun tipo".

L'incontro con il piccolo

La modella ha descritto la prima sensazione alla vista di quel neonato e ha detto: "Mi hanno presentato questo cucciolo, mi hanno raccontato la sua storia e vederlo è stato un momento molto forte. Ho capito che deve essere una patologia molto dolorosa: la pelle è talmente secca che si rompe, fa le piaghe". Seredova ha detto, però, di non averlo visto troppo sofferente: "Non piangeva. Si vedeva che era curato con amore. Ho incontrato un bimbo molto vispo, super sveglio". In base a quanto riferito dagli infermieri e dai medici, il piccolo non avrebbe problemi cognitivi o neurologici, ma avrà sempre necessità di essere assistito e curato.

Il pensiero ai genitori

Dopo averlo portato un po' in giro nel passeggino, Seredova ha speso alcune parole anche per i i genitori di Giovannino, ai quali non sarebbe arrivata una diagnosi così grave: "Ho pensato a quanto dovesse essere stato doloroso decidere di lasciarlo. So che sono più o meno miei coetanei, che l'hanno avuto con una fecondazione assistita e che, nonostante tutti gli esami preventivi, era stato impossibile diagnosticare in anticipo una malattia così rara.

Non mi sento di giudicarli".

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