Cronache

Gorizia, Lampedusa del nord

In città centinaia di afghani che arrivano da tutto il Nordest per farsi riconoscere l'asilo politico. Senza averne diritto

La tendopoli dove era ospitata una parte dei profughi
La tendopoli dove era ospitata una parte dei profughi

Gorizia come Lampedusa? Potrebbe sembrare strano, ma da mesi la città giuliana è meta di un costante afflusso di stranieri (specificamente afghani) che puntano a farsi passare per profughi e rifugiati, nel tentativo di ottenere le garanzie connesse. A sostenerlo è il prefetto Vittorio Zappalorto, che denuncia la situazione senza troppi giri di parole: a Gorizia arriverebbero "stranieri che provengono da altri Paesi dell'Unione Europea che non hanno diritto ad alcun tipo di assistenza. Non sono profughi, sono semplicemente furbi."

Persone che viaggiano con "carte di credito che la maggior parte della gente se le sogna - continua il prefetto parlando al Piccolo - che si spostano in aereo, atterrano a Venezia e poi vengono a Gorizia a mettersi in fila per il rilascio dell’asilo politico." Persone lontane dal Paese d'origine già da anni e quindi da anni lontane da quelle guerre da cui qualcuno sostiene che starebbero fuggendo.

Una situazione che, nelle parole di Zappalorto, autorizza a parlare di Gorizia come di una "Lampedusa del nord": "Quando arrivano i barconi laggiù tutti ne parlano, mentre su quanto accade qui non c’è analoga attenzione. È il governo centrale che deve accollarsi la gestione del caso-Gorizia, noi non reggeremo a lungo. Possiamo riempire capannoni, conventi e alberghi quanto vogliamo ma il problema deve essere risolto a livello centrale."

Un caso insomma di cattiva gestione dell'immigrazione, sostiene il prefetto, le cui responsabilità sarebbero da imputare innanzitutto alla commissione territoriale per richiedenti protezione internazionale, che "fa il gioco degli afghani con procedure e accertamenti lenti e inconcludenti". Zappalorto, ricordando che l'onere della gestione dell'emergenza per ora viene fatto ricadere esclusivamente sulla prefettura, ha richiesto un intervento diretto di Roma.

Già a inizio ottobre il sindaco Romoli, durante un vertice convocato in prefettura, aveva chiesto un alleggerimento della presenza dei profughi in città, sottolineando lo squilibrio tra la situazione della provincia goriziana e quelle di Trieste, Pordenone e Udine.

Una richiesta accorata ma evidentemente non sufficiente.

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