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Il governo di Gödel

Il governo di Gödel

Il premio Nobel per la letteratura Bernard Shaw sosteneva che, oltre alle previsioni del tempo, esistono altre tre categorie di bugie: la bugia semplice, la bugia diplomatica, e il comunicato ufficiale. Tutte e tre le fattispecie sono presenti nella trattativa per la formazione del nuovo governo, un governo che ha nella menzogna, sia ufficiale sia ufficiosa, il suo fondamento e il suo collante.

Prendiamo quello che sta succedendo tra Di Maio e Conte. Il primo ha detto: «O il Pd accetta i miei venti punti oppure salta tutto e si va a votare». Il secondo ha commentato: «Tranquilli, andiamo avanti, Di Maio sta solo parlando alla base».

Analisi logica. Prima ipotesi: Di Maio dice il vero, la sua minaccia è concreta e quindi Conte è bugiardo a dire che «Di Maio sta parlando alla base».

Seconda ipotesi: Conte dice il vero, quindi Di Maio sta volutamente mentendo ai suoi elettori e il premier ammette che è possibile per un politico (nel caso, Di Maio) avere due verità contrapposte, una per i cittadini l'altra per il palazzo, quindi ammette che mentire è lecito.

Come trovare la verità in questo gioco di specchi di bugie? Prendiamo un altro caso, quello del voto sulla piattaforma Rousseau (Cinque Stelle) con cui il popolo grillino dovrà votare per ratificare o bocciare l'accordo di governo con il Pd. Sia Di Maio che Conte, leader dei grillini, nei giorni scorsi hanno ufficialmente rassicurato il Quirinale: sarà una formalità senza alcun valore politico e conseguenze pratiche. Ma sul sito del loro movimento - gestito da Davide Casaleggio - nelle ultime ore sono stati pubblicati ben tre post che sull'argomento sostengono il contrario: «Gli iscritti avranno sempre l'ultima parola»; «nel Movimento decidono gli iscritti»; «Rosseau conta».

Allora, Conte e Di Maio hanno mentito a Mattarella, a Casaleggio, o ai loro elettori? E Casaleggio è vittima di una bugia detta da Di Maio e Conte a Mattarella o è complice loro e quindi artefice della bugia pubblicata sul suo blog per tenere buona la base?

Qualcuno o tutti questi signori devono avere ben studiato il teorema di Gödel, il matematico austriaco che con una semplice frase («questa affermazione è falsa») arrivò a dimostrare che non tutto è dimostrabile e che esistono cose semplicemente indecidibili, ovvero sia false che vere e sia non-false che non-vere.

Esattamente come la trattativa per questo governo e, domani, anche come questo governo stesso.

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