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Le "gretinate" nella lista della spesa

Che sarebbe stato un incontro surreale lo avevamo, facilmente, vaticinato, ma Grillo - come spesso accade - è riuscito ancora una volta a stupire.

Le "gretinate" nella lista della spesa

Che sarebbe stato un incontro surreale lo avevamo, facilmente, vaticinato, ma Grillo - come spesso accade - è riuscito ancora una volta a stupire. «In alto i profili» è il titolo del post con il quale annuncia la lista di richieste presentate a Mario Draghi. Se i profili ai quali si riferisce sono quelli politici e istituzionali, immaginiamo che tra i suoi sia scoppiato il panico, con Toninelli che spamma migliaia di curriculum a Manpower e Crimi che tartassa di telefonate Adecco. La chiusa del post è a metà tra il lisergico-beatlesiano e il bucolico: «le fragole sono mature, le fragole sono mature». In realtà c'è una certa coerenza: la sua lista della spesa è composta solo di gretinate. Dal primo all'ultimo punto è un susseguirsi ossessivo di sostenibilità, transizione ecologica e sussidi per i più giovani. Più che un programma di governo sembra il libro dei sogni di Greta Thunberg. Se non ti genufletti alla religione dello sviluppo sostenibile praticamente non puoi fare nulla. Il problema è che la sostenibilità portata alle sue estreme conseguenze rischia di essere economicamente insostenibile. Bellissime parole, per carità, ma non esattamente le priorità di un Paese indebitato fino al collo. La prima idea di Grillo è quella di fondere il ministero dell'Ambiente con quello dello Sviluppo economico, per dar vita a un ministero per la Transizione ecologica, da affidare a «una persona di alto profilo scientifico». A parte che l'idea di rendere l'economia subalterna a qualche fondamentalista dell'ecologia è piuttosto inquietante, ma con un po' di malizia ci viene in mente che l'ultimo ministro dello Sviluppo era il grillino Luigi Di Maio. Passato alla storia per non essere esattamente un alto profilo scientifico. Ma è solo il primo passo: a questo nuovo super ministero bisogna affidare, logicamente, anche la competenza per l'energia. Ma non basta mica. Serve anche un «Consiglio superiore per lo sviluppo sostenibile» che, specifica il fondatore, deve essere una specie di «corte suprema». Di cosa si occuperà? Al momento non è chiaro, probabilmente della fucilazione nel cortile condominiale di chi sbaglia la differenziata e imbuca l'umido nel bidone della plastica. Poi, siccome non ne abbiamo abbastanza, serve un altro ministero, per i Giovani, giovani ai quali dopo quattro mesi dal compimento dei 18 anni Grillo suggerisce di offrire corsi di formazione, incentivi per le start up (ovviamente ecosociali) o soldi. Eccolo lì: un altro sussidio, dopo il reddito di cittadinanza sbuca pure il reddito di gioventù. Con il paradosso che spesso, a quattro mesi dal diciottesimo compleanno, si è ancora tranquillamente seduti tra i banchi (a rotelle) di scuola e magari si pensa anche di andare all'università. Ma Grillo è in pieno delirio di onnipotenza e suggerisce di riscrivere addirittura un articolo della Costituzione. Indovinate un po' per inserire cosa? Lo sviluppo sostenibile, ovviamente. Ecco l'opera del neocostituzionalista: «Art.2 La Repubblica promuove le condizioni per uno sviluppo sostenibile». E poi bisogna ridurre le tasse per le società benefit, cioè le aziende a scopo di lucro ma che si impegnano per avere un impatto positivo per l'ambiente, al contrario bisogna tagliare i sussidi ambientalmente nocivi (ricordiamo al lettore che, ad oggi, una industria che non inquina non è stata ancora inventata) e poi ci vuole pure un fondo pensioni complementari per la transizione ecologica. Insomma se non lo avete ancora capito il vero, sesquipedale, problema dell'Italia è solo uno: la transizione ecologica.

Anche se, al momento, l'unica cosa difficile da smaltire è l'insostenibile pesantezza dell'ecologismo talebano di Grillo.

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