Cronache

Grido di dolore di Forte dei Marmi: non toglieteci il turismo russo

Le sanzioni che l'Ue si prepara a varare rischiano di prosciugare il flusso di turisti. Un colpo che il settore potrebbe non reggere

Grido di dolore di Forte dei Marmi: non toglieteci il turismo russo

La guerra di sanzioni tra Russia e Unione Europea rischia di fare una vittima illustre. La città di Forte dei Marmi vive con apprensione l'introduzione delle nuove sanzioni economiche annunciate per la giornata di oggi. Limitare il movimento di viaggiatori e capitali russi potrebbe avere un effetto devastante per la meta di villeggiatura della fu alta borghesia italiana.

Con il crollo verticale delle presenze italiane dal 2008, l'afflusso di turisti russi è diventato vitale per la sopravvivenza della città rivierasca. Secondo le stime, nel solo 2013 hanno visitato la nostra penisola quasi 750mila russi, con una spesa giornaliera pro capite di 180 euro. Forte dei Marmi ha riunito l'elite di questo turismo.

Per il momento le sanzioni hanno colpito soprattuto i gerarchi russi in patria, ma "è chiaro che se il discorso delle sanzioni dovesse andare avanti e arrivare a colpire, per dire, la City di Londra… beh, la posta in gioco sarebbe molto diversa. Le sanzioni che prendono banche e capitali certo che ci preoccupano. Il turismo dei super ricchi russi per noi è diventato vitale" spiega all'Huffington Post Paolo Corchia, presidente di Federalberghi Forte dei Marmi e Federalberghi Toscana.

Chiaramente le difficoltà che incontrerebbero i russi nel tornare nella città toscana manderebbero non solo gli albergatori, ma l'intero indotto turistico in crisi. Dagli organizzatori delle giornate di shopping a Montecarlo a partire da 4450 euro a testa (elicottero compreso), agli intraprendenti che affittano i gazebo in riva al mare a 250 euro al giorno.

Come ha recentemente ammesso Fabio Genovesi, autore del libro Morte dei Marmi, in un'intervista al New York Times "la città non era pronta per il flusso di denaro che hanno portato i russi". Ed è ancor meno preparata se il flusso prendesse un'altra direzione. Un'eventualità che il governo dovrebbe tenere bene a mente nel votare nuove sanzioni contro Putin e i suoi fedelissimi.

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