Cronache

"Afferrata per i capelli". Verso il rinvio a giudizio per il figlio di Grillo

Per Ciro, figlio 20enne del garante del Movimento 5 Stelle, e per i suoi tre amici, indagati per violenza sessuale nei confronti di una giovane studentessa italo-svedese di appena 19 anni, lo spettro del processo

"Afferrata per i capelli". Verso il rinvio a giudizio per il figlio di Grillo

La Procura di Tempio Pausania, in provincia di Sassari, sta decidendo in queste ore se chiedere il rinvio a giudizio per Ciro, figlio 20enne del garante del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, e per i suoi tre amici, accusati di volenza sessuale nei confronti di una giovane studentessa italo-svedese S. J., di appena 19 anni. L’episodio si sarebbe verificato nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019, nella villa in Costa Smeralda di proprietà di Grillo. I magistrati attendono l'iter procedurale per poi prendere la decisione. Un procedimento blindato, blindatissimo, anche se sembrerebbe che la Procura sia orientata a chiedere il processo per i quattro ragazzi. L’accusa nei loro confronti è pesante. La 19enne sarebbe stata “costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno, dopo essere stata afferrata per i capelli e obbligata a bere mezza bottiglia di vodka”. Inoltre, i giovani avrebbero “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica”.

Come si legge nelle carte della Procura, "il residence è stato individuato grazie a un selfie scattato dalla giovane ragazza ed è riconducibile a Beppe Grillo". Nei giorni scorsi sono stati interrogati i quattro indagati (Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria), i quali hanno respinto tutte le accuse e hanno parlato di "sesso consenziente di gruppo". Ma i Pm non gli credono. Un interrogatorio lungo, difficile, terminato solo in tarda serata. É stato il suo legale a chiedere alla Procura di sentire Grillo junior. Nel novembre scorso il magistrato ha chiuso le indagini e ha messo gli atti a disposizione della difesa, che ha chiesto un termine per fare le controdeduzioni ed eseguire le indagini difensive. A carico degli indagati ci sarebbero anche alcune fotografie che i consulenti della Procura hanno trovato sui cellulari e qualche intercettazione.

La ragazza, che è difesa dall'avvocata Giulia Bongiorno, ex ministra leghista nel primo governo Conte, è stata più volte dagli inquirenti e ha raccontato, fin nei minimi particolari, quanto sarebbe accaduto in quella notte. I magistrati in quasi due anni di indagini hanno anche messo sotto controllo i telefoni non solo dei ragazzi, ma anche di Parvin Tadjik, madre di Ciro Grillo e moglie del comico genovese. La donna, sentita dai Pm, ha sempre raccontato che quella sera dormiva nell'appartamento accanto a quello in cui si sarebbe consumata la violenza, dicendo di non essersi accorta di niente. Lo scorso 20 novembre, dopo più di un anno dai fatti, la Procura, guidata da Gregorio Capasso, ha inviato la notifica alle difese mettendo a disposizione il materiale agli atti. Il procuratore Capasso e la sostituta Laura Bassani, hanno inserito nel fascicolo le immagini ritrovate nei telefoni che, secondo l'accusa, mostrerebbero gli abusi anche ai danni della seconda ragazza che dormiva.

E adesso, a giorni, è atteso il deposito della richiesta di rinvio a giudizio negli uffici del Gup del piccolo Tribunale di Tempio Pausania, guidato dal magistrato napoletano Giuseppe Magliulo.

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