Cronache

I giovani bocciano la politica. Senza appello

La politica e i partiti? Per il 94 per cento dei ragazzi bocciati senza possibilità di recupero. Voti bassi, pesantemente insufficienti,  anche per Camera e Senato che ottengono un giudizio positivo solo da un giovane su 10. Scarsa anche la fiducia data al Governo che si aggiudica la promozione piena solo dal 17 per cento degli intervistati che salgono al 35 per cento nel caso della presidenza della Repubblica e al 41% per l’Unione europea che ottiene la media dei voti più incoraggiante. E’ questa la fotografia scattatata dall’ultimo capitolo del “Rapporto giovani” promossa dall’Istituto Toniolo . La ricerca curata da un gruppo di docenti dell’Università Cattolica di Milano e realizzata da Ipsos con il sostegno della Fondazione Cariplo è basata su un campione di 7500 giovani tra i 18 e i 29 anni. Dopo avere toccato il tema della famiglia, del lavoro dell’istruzione e dell’autonomia, ora ha passato in rassegna la politica. Risultato: sfiducia generale,  anche se differenziata a seconda delle istituzioni e variabile un po’ a seconda del livello di istruzione degli intervistati. I ragazzi potevano dare i voti da 1 (nessuna fiducia) a 10 (piena fiducia). La bocciatura finale per i partiti è data proprio da una grande quantità di “1” e di “2”. Motivo? Più di uno, ma soprattutto “l’incapacità di gestire la crisi che ha minato la credibilità del paese”, gli scandali, l’eccesso di privilegi stridente con la necessità di austerity imposta dalla recessione, oltre che i continui episodi di abuso dei finanziamenti pubblici. “ I giovani non si accontento più di parole e di politiche annunciate – ha spiegato Alessandro Rosina, uno dei docenti della Cattolica che ha seguito la ricerca – Ora vogliono toccare con mano risultati e benefici, ma se possibile partecipare anche in prima persona a un vero processo di rinnovamento” . L’indagine evidenzia anche come la sfiducia verso la politica è maggiore tra le categorie che trovano meno spazio e opportunità.

Scende dunque tra le donne e tra i cosiddetti Neet, ovvero quei giovani che non studiano e non hanno neanche un lavoro.

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