Cronache

Le ossa, il luogo, il volontario: i misteri del giallo di Caronia

Il caso di Viviana e Gioele resta ancora un giallo. Adesso gli inquirenti dovranno fare luce sulle tante zone d'ombra

Le ossa, il luogo, il volontario: i misteri del giallo di Caronia

Con il ritrovamento di quelli che sembrano a tutti gli effetti i resti del piccolo Gioele Mondello, le indagini del pool investigativo sono interamente orientate a scoprire cos'è successo quel tragico 3 agosto, dopo che la vettura guidata da Viviana Parisi ha urtato un furgone in galleria a Caronia. Da quel momento di lei e del piccolo Gioele si sono perse le tracce. I testimoni l'hanno vista allontanarsi verso le campagne scavalcando il guardrail e dirigendosi verso una zona impervia della campagna di Caronia, dove sono poi scomparsi. Il corpo della dj è stato ritrovato pochi giorni fa e solo oggi, dopo lunghe settimane di ricerche, le squadre di ricerca hanno individuato i resti del bambino poco distanti da quelli della madre. Manca solo l'ufficialità, che verrà fornita dai test del dna. E se da un lato si è scritta la parola fine di una tragica storia di cronaca, dall'altra montano i dubbi.

Il ritrovamento

I resti, scomposti, del bambino si trovavano a breve distanza da dove è stato trovato pochi giorni fa il corpo di Vivina Parisi, nei pressi di un traliccio. In molti in queste ore si sono chiesti come sia stato possibile non vederlo prima. "Le zone vanno esaminate a vari livelli, ci sono livelli in cui si cerca una persona viva, ci sono livelli in cui si cerca qualcosa di più con un'altra intensità. Poi ci sono livelli in cui si cercano parti introvabili e si va con un'altra intensità di ricerca che comunque è stata fatta", ha spiegato il vicecomandante del comando provinciale dei vigili del fuoco di Messina ing. Ambrogio Ponterio. A trovare i resti del bambino è stato un carabiniere in congedo, volontario nelle ricerche, che ha raggiunto la zona di Caronia con un falcetto, passando dove le ricerche prima d'ora non si erano inoltrate. Una ricostruzione che però non convince gli investigatori, che infatti già nelle prime ore del pomeriggio hanno dichiarato che "con ogni probabilità il corpo del bambino è stato trascinato qui solo di recente".

Il giallo degli animali

Trascinato da chi o da cosa? Da quando è stato trovato il corpo di Viviana Parisi lo scorso 8 agosto, gli inquirenti hanno avanzato l'ipotesi che la madre, quindi anche il figlio, potessero essere stati aggrediti dagli animali selvatici che vivono in quelle colline ala periferia di Caronia. Lo stato del corpo del bambino, trovato smembrato e con i resti distanti gli uni dagli altri, potrebbe avvalorare questa ipotesi, anche se sarà il medico legale a stabilire se il bambino sia stato aggredito da vivo o da morto. "Altrimenti non si spiegherebbe perché il suo corpo sia stato trovato smembrato: in una zona la testa e gli indumenti, in un'altra zona il tronco senza arti", hanno riferito le fonti investigative. Pare che anche sul corpo della dj siano state ritrovate delle lesioni compatibili con i morsi di alcuni animali. A proposito degli indumenti, il giornalista Salvo Sottile è scettico: "La maglietta del bimbo era lì, a 200 metri dal corpo della mamma e nessuno l'aveva vista?".

I dubbi sulle ricerche e sul volontario

Sottile è stato per vari anni conduttore di Quarto Grado, su Rete4, ed è uno maggiori esperti di cronaca nera del nostro Paese. Nel suo tweet, il giornalista espone una fine vena polemica sui fatti e le indagini. "Hanno trovato la madre morta e hanno pensato prima al marito, poi al suicidio, poi agli animali che 'forse' li avevano aggrediti", scrive Sottile che a tal proposito si chiede come sia stato possibile che fino a oggi non sia stata trovata nemmeno una minima traccia. Un dubbio lecito, da parte di Salvo Sottile, che non è però l'unico che serpeggia nel sentimento popolare e investigativo.

Il procuratore di Patti che coordina le indagini, il dottor Angelo Vittorio Cavallo, ha dichiarato che in un secondo momento verranno effettuati approfondimenti sulla condotta delle indagini, per capire come sia stato possibile che a trovare il corpo sia stato un volontario e non uno dei tantissimi professionisti della ricerca da giorni impegnati in quei luoghi. "Appureremo anche questo ma a me in questo momento non interessa chi lo abbia cercato o trovato, l'importante è averlo trovato. Noi abbiamo sempre detto che tutto conduceva a questo posto è abbiamo detto che dovevamo insistere nella ricerca. Vi garantisco che la condizione dei luoghi è difficile", ha affermato il procuratore. Cavallo ha affermato di aver sempre avuto la certezza che il corpo del bambino si trovasse in quella zona.

Il percorso di Viviana fino allo schianto

Trovati i due corpi, ora sarà compito degli inquirenti ricostruire a ritroso il percorso di Viviana Parisi per capire anche per quale motivo si possa essere trovata in quel punto. La pista familiare è ormai accantonata dagli investigatori. Il 3 agosto, Viviana Parisi era uscita di casa per andare a comprare le scarpe al figlio, almeno questo è quello che aveva raccontato al marito. La sua destinazione finale sarebbe dovuta essere Milazzo ma la donna prende l'autostrada in direzione opposta, verso Palermo. Perché raccontare una bugia a suo marito? Inoltre, Viviana Parisi prima di avere l'incidente nella galleria di Pizzo Turda, è uscita al casello di Sant'Agata di Militello e ha imboccato l'autostrada, sempre in direzione Palermo. C'è un buco di 20 minuti prima che la donna torni sull'autostrada, lasso di tempo durante il quale non si sa cosa possa aver fatto Viviana, se potrebbe aver incontrato qualcuno.

La crisi mistica

L'ipotesi attualmente più accreditata per la sua presenza a Caronia, fa leva sulla volontà della dj di andare a visitare la Piramide della luce. Si tratta di un'installazione mistica a Motta d'Affermo, borgo a breve distanza da dove Viviana Parisi ha avuto l'incidente. La dj aveva intrapreso un cammino nella fede e la storia di questa installazione l'avrebbe affascinata. Voleva andarci da sola e forse non voleva nemmeno essere rintracciata, visto che il suo cellulare è stato ritrovato a casa. Se voleva andare da sola, allora perché portare con sé Gioele? Pare che la donna non si separasse mai da suo figlio.

Il percorso mistico di Viviana Parisi è iniziato qualche tempo fa, quando la donna ha iniziato a minifestare i primi segni della depressione. Inoltre, una delle sue grandi paure era che i servizi sociali potessero portarle via Gioele a causa di alcuni ricoveri subiti proprio per i forti stati di ansia e di depressione, e lei non avrebbe retto a quel distacco. Sarebbe quindi legato a questo la fuga dopo l'incidente, quando Viviana è scappata lasciando tutti i suoi effetti personali in auto, facendo perdere le sue tracce. Proprio nell'auto della donna nelle scorse ore è stato trovato un certificato medico datato 17 marzo, in pieno lockdown, in cui si attesta che "Viviana soffriva di paranoia e ha avuto un crollo mentale dovuto a una crisi mistica".

Le ipotesi di Roberta Bruzzone

Sulla base del malessere psicologico di Viviana Parisi si fonda l'ipotesi della criminologa Roberta Bruzzone, secondo la quale "è iniziato in casa il delirio di Viviana Parisi". La criminologa ha analizzato la situazione con l'agenzia AGI, supponendo che "la donna potrebbe essersi gettata". Si potrebbe trattare di un caso di omicidio-suicidio per Roberta Bruzzone, che ipotizza proprio nel 3 agosto la data di morte del bambino. "Viviana sapeva che il suo viaggio sarebbe stato senza ritorno. L'incidente con il furgoncino abbia accelerato la situazione", ha spiegato la criminologa. La sua tesi è supportata dal fatto che quando "ha incontrato un testimone che ha tentato di parlarle, lei non ha risposto: un segno evidente che si trovava già in piena crisi dissociativa e si stava dirigendo verso un altro luogo per attuare il suo intento suicidario".

Il certificato che attesta la crisi mistica di Viviana Parisi sarebbe una conferma dell'ipotesi di Roberta Bruzzone, perché "è in letteratura la causa più probabile negli scenari in cui a uccidere un figlio è un genitore. È la condizione più pericolosa che porta ai casi di omicidio-suicidio o di 'suicidio-allargato' di cui si parla in queste occasioni". Nella sua analisi, Roberta Bruzzone si spinge anche a ipotizzare le possibili cause della morte di Gioele, che potrebbe essere stato ucciso "per strangolamento oppure dopo essere precipitato insieme alla madre".

Il forte attaccamento al bambino di cui parla chi la conosceva bene sarebbe un elemento pericoloso in persone come la Parisi, che avrebbe "deciso di coinvolgere il figlio nel suo piano suicidario per privarlo di una vita fatta solo di sofferenza e malattia e in cui la morte era l'unica salvezza".

A riprova di questa testi, Roberta Bruzzone porta uno degli ultimi video pubblicati su Facebook dalla donna "con riferimento alla morte di Gesù per la salvezza degli uomini".

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