Cronache

Orrore all'Ilva di Taranto: operaio muore schiacciato

Aveva 26 anni e aveva da poco iniziato il turno al siderurgico

Orrore all'Ilva di Taranto: operaio muore schiacciato

Un operaio è morto stamane nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Si tratta di Giacomo Campo, di 26 anni. Un giovane lavoratore della ditta di appalto Steel Service, che si occupa di pulizia industriale. Erano le 6.45 di questa mattina e il turno era appena iniziato.

L'incidente è avvenuto all'altoforno 4, su un nastro trasportatore. Dalle prime informazioni raccolte, il nastro che trasportava il minerale, nella parte finale, vicino al cosiddetto 'tamburo' si era bloccato. Dopo essere stato fermato, Giacomo, insieme ad altri colleghi aveva iniziato la manutenzione per farlo ripartire. Ma il tamburo non era imbracato e appena è stato 'ripulito' dalle scorie si è avvolto su se stesso schiacciando il povero operaio che sarebbe morto stritolato dagli ingranaggi.

I colleghi presenti sul posto hanno subito chiamato i soccorsi, ma per Campo non c'è stato nulla da fare.

"Ora deve passare un messaggio forte. Non ce la facciamo più" ha dichiarato a IlGiornale.it Antonio Talò, segretario della Uilm di Taranto. Le organizzazioni dei lavoratori hanno proclamato uno sciopero in fabbrica dalle 12 alle 7 di domani mattina.

"L'incidente di questa mattina non è stata una fatalità – dichiara in una nota Francesco Rizzo della Usb – è stata una vera e propria mancanza di rispetto delle regole della sicurezza. Infatti è accaduto sotto gli occhi dei responsabili che non hanno voluto aspettare l'arrivo dei mezzi per la messa in sicurezza del 'tamburo'. Tutto era fermo e spento, ma si è deciso di iniziare con mezz'ora di anticipo. Questo per sottolineare ancora una volta come all'Ilva di Taranto manchino ormai regole e rispetto sulla sicurezza."

Intanto l'azienda in una nota sottolinea che "il nastro, risultato danneggiato a seguito di un taglio longitudinale, era stato fermato nella notte per consentire l'intervento di riparazione. Come da procedura aziendale, il nastro è stato preventivamente messo in sicurezza ed è stato privato di alimentazione elettrica. Nonostante l'applicazione di tutte le misure di sicurezza, durante le attività di rimozione del materiale ferroso che si era depositato sul rullo di invio, effettuate dall'operatore con un tubo aspirante, il nastro si è attivato e lo ha trascinato."

C'erano quindi tutte le misure di sicurezza? C'erano le autorizzazioni necessarie perchè Giacomo Campo potesse lavorare? Di chi sono le colpe dell'accaduto?
Ancora tanti i dubbi dopo il gravissimo incidente di questa mattina.

Una morte terribile, agghiacciante, che ancora una volta tinge Taranto di quel colore rosso che confonde sangue e polvere minerale.

Riecheggiano ancora le parole di ieri del presidente della Regione Michele Emiliano alla riunione a Bari dei presidenti degli Ordini dei medici italiani: "aiutatemi a fermare questa strage". Sì, si riferiva alle conseguenze sulla salute delle emissioni inquinanti dell'Ilva. Ma la strage è anche dentro lo stabilimento, non solo fuori, è tra i lavoratori, i più esposti, i più deboli.

Oggi un'altra conferma.

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